I nostri docenti soffocati da burocrazia e false accuse, Di Meglio (Gilda): la scuola vale meno delle carceri [INTERVISTA]

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“La presentazione del Def 2022-2024 è stata una cattiva sorpresa: non me l’aspettavo perché prevede una inaspettata riduzione progressiva della spesa per la scuola”. È deluso Rino Di Meglio, coordinatore Gilda degli insegnanti: il calo demografico sottrarrà nei prossimi anni miliardi di euro. Intervistato dalla ‘Tecnica della Scuola’, il sindacalista esprime tutto il suo disappunto.

Così le periferie si degradano

“Ora, nessuno nega che ci sia un decremento demografico ma – sostiene Di Meglio – bisogna dire che a questo decremento di nascite si accompagna una crescente immigrazione. Senza contare la contingenza attuale, visto che in pochi giorni sono arrivati ben 10mila bambini ucraini nelle nostre scuole. Ma se poi le periferie degradano perché non è presente la prima linea, che è la scuola, allora vuol dire che questo Stato intende spendere più in ordine pubblico e in carceri”.

“Ne vogliamo parlare di questo? Quello che vogliamo capire è come il nostro Paese dovrà integrare gli immigrati, se non attraverso la scuola e la cultura. Voglio dire che disinvestire e pensare a disinvestire in futuro sulla scuola è una pessima cosa”, sottolinea Di Meglio.

Investire e leggi che abbiano rispetto

“In realtà – dice ancora – la scuola è molto più importante anche delle spese militari e delle armi. L’Istruzione ha bisogno di maggior considerazione da parte dei governi: vuol dire investire di più e fare leggi che abbiano anche rispetto alle istituzioni scolastiche”.

Il coordinatore della Gilda si è poi soffermato sull’esigenza di “diminuire lo stato di burocrazia: è diventato insopportabile, perché ormai assorbe il 100% del tempo dedicato all’insegnamento”.

Meno impegni e burocrazia

Con di Meglio si è parlato anche degli impegni crescenti richiesti al corpo insegnante. Il numero uno della Gilda sostiene che bisognerebbe “ridurre la burocrazia: è diventata insopportabile, ormai assorbe il 100% del tempo dedicato all’insegnamento. Questo vuol dire che abbiamo superato qualsiasi limite”.

“Ai docenti vengono contestati tre mesi l’anno di ferie e 18 ore a settimana? I fatti dicono il contrario, ormai la questione delle troppe ferie e degli orari ridotti è superata, ci riporta ai tempi addirittura dell’Iliade e dell’Odissea”.