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Il 18 novembre mobilitazione nazionale degli studenti. Oggi flashmob davanti al ministero dell’IM

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Questa mattina flash-mob davanti al Ministero dell’Istruzione e del Merito da parte degli studenti che portavano sul viso le maschere di Meloni, Valditara, Bernini, Salvini. Inoltre, per colmo di derisione, ognuno di loro portava in mano un cartello con su scritto quello che per la Rete degli Studenti Medi e l’Unione degli Universitari è un merito nella propria carriera: Valditara ha “tagliato 10 miliardi all’istruzione”, Salvini ha “ha scritto i Decreti Sicurezza”, Roccella “è una Ministra antiabortista” e così via. 

Il motivo della protesta dei sindacati degli studenti è rivolto a contestare il termine “merito” aggiunto al Ministero dell’Istruzione (che un tempo era anche pubblica). Per i giovani sarebbe questo, sintomo palese di una retorica profondamente sbagliata. 

Infatti per Rete Studenti e Udu non si deve ragionare di merito quando le condizioni di partenza di chi accede all’istruzione superiore e universitaria non sono le stesse e quando non si lavora per un welfare studentesco realmente funzionante in tutto il Paese. 

Un concetto, quindi, escludente e contrario all’idea di scuola pubblica democratica.

Tuttavia la manifestazione di oggi, alla quale dicono ne seguiranno altre, è una anticipazione per lanciare una mobilitazione studentesca nazionale per il 18 Novembre prossimo: “Nessun merito per questo Governo”.

Questo, sottolineano gli studenti, è lo slogan per sottolineare la data del 18, alla quale aderiranno collettivi e associazioni studentesche in tutta Italia. Una data unitaria e condivisa, che servirà a mandare un segnale al Governo: gli studenti, precisano, ci sono e sono pronte a difendere il diritto allo studio.

Spiegano Rete degli Studenti Medi e Udu in un comunicato: “I segnali che questo sarà un Governo anti studentesco sono tanti. Una serie di Ministri impresentabili per il loro passato governativo e una serie di intenti dichiarati ci fanno preoccupare. Questo governo legittima una concezione meritocratica dell’istruzione e della società legata ad una visione competitiva e al culto del self-made man in cui tutto dipende esclusivamente dalla propria volontà, non sono concessi errori. Ma sappiamo benissimo che non è così: il nostro Paese è teatro di profonde disuguaglianze socio-economiche, non tutti hanno le stesse possibilità e condizioni di partenza, ogni percorso può essere costellato da differenti difficoltà. Il peso di responsabilità, le pretese di una società che impone ritmi serrati e che fa sentire inadeguati quando la propria esperienza di studio non rientra in uno standard prefissato, sono conseguenza diretta di questo tipo di narrazione classista e non democratica.

“Per questo ci battiamo per investimenti sulla scuola e sull’università, per la giustizia climatica, per un lavoro retribuito e stabile, per il diritto al benessere mentale da anni. Abbiamo proposto un Manifesto studentesco a tutti i candidati lo scorso settembre e in 136 tra Centrosinistra, Cinque Stelle e Unione Popolare lo hanno firmato. Nessuno della coalizione che attualmente è al Governo. Vogliamo dimostrare che siamo pronti a difendere i diritti che abbiamo oggi e a pretenderne di altri. Per questo il 18 Novembre saremo nelle piazze di tutto il Paese. Serve una mobilitazione grande e plurale; in piazza ci saranno tutte le associazioni e collettivi studenteschi del Paese. Piuttosto che al merito, il Governo pensi a investire sull’istruzione e ad ascoltare chi rappresenta gli studenti. Costruiamo una scuola che includa, non che selezioni.”