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Il filosofo Zecchi: “Potrei fare il Ministro dell’Istruzione, rivaluterei le scuole professionali. Non tutti devono laurearsi”

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Il nuovo Governo, a guida di Giorgia Meloni, si è appena formato. Già nel weekend i nuovi ministri, tra cui quello dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, hanno fatto il loro giuramento. Chi vive il mondo della scuola si chiede cosa significa questo cambio di denominazione e quali saranno le priorità del sostituto di Patrizio Bianchi. A spiegare che la nuova premier dovrebbe proprio puntare sulla scuola è stato il filosofo, scrittore ed opinionista Stefano Zecchi, intervistato da Il Corriere della Sera.

Ecco cosa ha priorità, a proposito di scuola, secondo lo studioso: “È necessaria una radicale riforma della scuola a cominciare dalle elementari. Dopo il 68 noi siamo entrati in una visione populista e demagogica della scuola come se tutti dovessero laurearsi. Sono state fatte fuori le scuole professionali come se la preparazione fosse uno scandalo. In questa campagna elettorale si è parlato solo di economia come se la formazione dei nostri ragazzi dovesse portare ad un aumento del Pil e non alla creazione di un cittadino consapevole. E parlando di scuola serve anche una riforma dell’idea di sviluppo della famiglia. Quindi il consiglio che io do alla Meloni è di puntare tutto sulla scuola”.

No ai test d’ingresso all’università

“Posso dirle in modo assolutamente presuntuoso che io potrei fare il ministro della Pubblica Istruzione”, ha aggiunto. Ecco quali sono le prime cose che farebbe se sedesse al dicastero di Viale Trastevere: “Una riforma radicale della scuola media, un collegamento tra le scuole superiori e l’Università, una rivalutazione delle scuole professionali e una revisione degli accessi alle Università dove abolirei assolutamente il test di ingresso”.

Insomma, secondo Zecchi, che si è concentrato molto sugli sbocchi lavorativi e accademici degli studenti, bisognerebbe agire innanzitutto a livello culturale, e poi a livello pratico sui vari cicli di istruzione.