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Il middle management alimenta le polemiche, ma nel resto del pubblico impiego è la regola; Ancodis scrive ai partiti

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Il tema della “governance” delle istituzioni scolastiche dovrebbe entrare nell’agenda delle forze politiche che intendono guidare il Paese.

Lo sostiene l’ ANCODIS (Associazione Nazionale dei Collaboratori dei Dirigenti scolastici) che proprio in queste ore ha inviato a tutti i partiti un appello per evidenziare “la condizione giuridica e contrattuale nella quale si ritrovano diverse migliaia di donne e uomini” e cioè quelle decine di migliaia docenti che “nelle loro comunità ogni anno scolastico sono impegnati a portare avanti il progetto educativo-didattico direttamente al fianco dei Dirigenti e in collaborazione con i Direttori dei servizi generali e amministrativi”.
Ancodis ricorda che nel Patto per il rilancio della Pubblica Amministrazione si parla del “giusto riconoscimento a chi con merito lavora quotidianamente al servizio dello Stato e nelle sue articolazioni” ponendo l’attenzione alla “valorizzazione di specifiche professionalità non dirigenziali dotate di competenze e conoscenze specialistiche, nonché in grado di assumere specifiche responsabilità organizzative e professionali”.
Ecco perché – sostiene l’associazione – è auspicabile un adeguato riconoscimento delle funzioni aggiuntive organizzative e professionali svolte dai docenti nella scuola autonoma.

“Il tema del riconoscimento giuridico e contrattuale dei Collaboratori del Ds e figure di sistema, strategiche per il funzionamento organizzativo e didattico e necessarie per la complessità della scuola autonoma, non si può più disconoscere” si legge nell’appello.

Come è noto la proposta di riconoscere figure stabili di coordinamento e di gestione non trova l’accordo di tutte le organizzazioni sindacali e non è vista di buon occhio da parte di molti docenti che temono che possa dare vita ad una vera e propria gerarchizzazione all’interno delle scuole.

La richiesta dell’Ancodis, ad ogni modo, è semplice e chiara e si articola in pochi punti:

a) riconoscimento professionale di chi – oltre l’attività di docenza – svolge quella di collaborazione al Dirigente Scolastico nel funzionamento organizzativo e didattico, nel coordinamento e nella progettazione didattica;
b) diversificazione della carriera docente non soltanto sulla base dell’impegno esclusivo nell’attività didattica ma anche nell’incarico di Collaboratore del dirigente scolastico/figura di sistema;
c) riconoscimento giuridico di un collaboratore in tutte le scuole (noto nella nomenclatura tradizionale come vicepreside o vicario) e – considerata la complessità del funzionamento didattico e organizzativo della scuola autonoma – il distaccamento dall’attività di docenza;
d) formazione specifica per i docenti che intendono assumere incarichi nella governance scolastica.

Per la verità la richiesta dell’Ancodis non è neppure molto originale in quanto in altri settori del pubblico impiego le cosiddette “posizioni organizzative” non sono una eccezione ma la regola generale.
Per esempio lo stesso CCNL dei dipendenti degli enti locali prevede proprio che i dirigenti comunali o regionali possano attribuire al personale incarichi a termine per la realizzazione di specifici progetti o per lo svolgimento di particolari funzioni.

Certo è che la scuola ha una struttura organizzativa diversa ma forse proprio questo potrebbe essere più semplice costruire un modello più flessibile e più articolato rispetto a quello attuale, valorizzando ulteriormente il ruolo degli organi collegiali.