Home I lettori ci scrivono Il tempio di Ise, imparare, fare e poi insegnare

Il tempio di Ise, imparare, fare e poi insegnare

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Ci siamo, stiamo per passare alla fase 2!
Prima la domanda era “Cosa faremo quando tutto questo finirà?” ed ora che ci avviamo verso un ripristino di una nuova normalità, mi viene in mente il Tempio di Ise, un santuario che si trova in una grande distesa boschiva del Giappone.
Oltre alla bellezza architettonica dei vari templi che compongono il complesso in questione, uno dei più grandi elementi distintivi del santuario di Ise è che esso viene ricostruito periodicamente ogni 20 anni.
L’ultima volta il santuario è stato ricostruito nel 2013, perciò l’attuale complesso resterà al suo posto fino al 2033, quando verrà a sua volta distrutto per dare spazio al nuovo. Ciò vuol dire che i giovani giapponesi possono vedere come si realizza il tempio poi, dopo vent’anni, possono loro stessi costruire ed infine possono restare a spiegare ai ventenni come si fa, in un circolo continuo di rinnovamento.
La storia del tempio di Ise ci ricorda che tutto è transitorio, che bisogna costruire di continuo. Ed è proprio in questo periodo di stand-by in cui siamo piombati improvvisamente che come docente mi chiedo: cosa vogliamo che i nostri giovani ricostruiscano? Come li stiamo preparando? E soprattutto qual è il cambiamento che ci aspettiamo?

A proposito di cambiamento mi piace ricordare cosa pensa Paul Watzlawick, scienziato del comportamento (behavioural scientist) che più di ogni altro ha studiato gli effetti pragmatici della comunicazione umana.

Egli sostiene che non esiste una sola nozione di cambiamento, ma che ne dobbiamo distinguere due tipi:
– Il cambiamento di primo ordine, che avviene all’interno di un sistema (individuo, coppia, famiglia, organizzazione complessa) e che non cambia radicalmente il sistema, ma lo modifica parzialmente;
-Il cambiamento di secondo ordine, che al contrario colpisce il sistema stesso e lo conduce a modificarsi in modo definitivo.

Noi docenti ed educatori verso quale cambiamento stiamo indirizzando i nostri giovani?

 

Antonella Meccariello