
Oggi non si parla d’altro: l’inchiesta di Fanpage denominata “Cattiva Scuola” ha fatto luce su alcune realtà che consentono ai precari di conseguire titoli e certificazioni utili per avere punteggi alti nelle Gps a pagamento, senza studiare.
L’inchiesta è stata mostrata ieri sera, 23 gennaio, nel corso dell’ultima puntata di Piazzapulita, programma di La7. Il ministero dell’Istruzione e del Merito guidato da Giuseppe Valditara ha pubblicato una nota per replicare ad alcune affermazioni.
Il Mim ha risposto a Boeri: “Nel corso della trasmissione Piazzapulita sono state fatte dal prof. Tito Boeri alcune affermazioni false secondo cui il sistema di formazione iniziale e reclutamento degli insegnanti sarebbe stato peggiorato dal Ministro Valditara che avrebbe disatteso norme più rigorose previste dal PNRR.
Ecco il chiarimento: “L’attuazione della riforma del PNRR sta avvenendo in piena conformità a quanto previsto dal Piano medesimo, che, come noto, è stato predisposto dal Governo Draghi e che, per ciò che concerne la riforma del reclutamento del personale docente, è puntualmente disciplinato dal decreto-legge n. 36 del 2022, proposto dal Ministro Bianchi. La fedele attuazione del PNRR da parte del Ministero è, peraltro, comprovata dalle valutazioni, sempre positive, espresse dalla Commissione Europea sulle varie fasi di avanzamento della riforma”.
“In ogni caso, si fa presente che i nuovi percorsi abilitanti degli insegnanti, propedeutici alla partecipazione ai concorsi, sono gestiti – per espressa indicazione della riforma del PNRR – interamente dal sistema universitario, prevedendo una procedura di accreditamento da parte dall’ANVUR sulla base di una procedura gestita dal Ministero dell’Università e non dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, il quale – in tale procedimento – ha il solo compito di esprimere il fabbisogno del personale docente da abilitare. Per quanto riguarda specificamente le università telematiche si precisa che la loro vigilanza e il loro accreditamento sono di competenza del Ministero dell’Università e della Ricerca e non del Ministero dell’Istruzione e del Merito”, ha aggiunto.
In quanto all’inchiesta, il Ministero ha commentato: “Tali dichiarazioni sono state espresse nell’ambito della discussione sorta sull’inchiesta, mandata in onda dalla stessa trasmissione, concernente tutt’altra tematica – quella dei titoli e delle certificazioni acquisiti dai docenti ai fini della loro collocazione nelle graduatorie provinciali per le supplenze (GPS) – in merito alla quale si avrà modo di rendere, in altra sede, le dovute precisazioni da parte del Ministero dell’Istruzione e del Merito”.
Il commento di Azzolina
A dire la sua anche l’ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, rispondendo al conduttore Corrado Formigli che sostiene che si tratta di pratiche diffuse e quasi “normalizzate”: “Quando ero ministra sono finita sotto scorta per due anni perché volevo per la scuola dei concorsi seri e non per soli titoli come chiedevano coloro che mi minacciavano. Perché? Perché come dimostra l’inchiesta il modo più semplice per fare un concorso”.
“Fare un concorso serio mi è costato molto, la mia vita per due anni è cambiata. Quando ero ministra avevo provato a sforbiciare un po’ il valore di quei titoli e mi arrivavano delle mail in cui mi dicevano: ‘Io ho comprato quei titoli, si rende conto che ho speso dei soldi’?”.
“Perché non creare una scuola di abilitazione?”
“Lo sapevo? Altroché, per questo ho lavorato su queste cose qui, ho lavorato per fare dei concorsi seri e sono finita a vivere sotto scorta. Un ministro non può bloccare questo, può cambiare i concorsi. Ho fatto partire dei concorsi ma poi è finito tutto. Siamo tornati punto e a capo, hanno chiesto di fare concorsi per titoli. Se fossero corsi seri avrebbero un senso, ma in questo Paese di serio è rimasto ben poco. Manca la formazione seria degli insegnanti, in ingresso, in itinere e manca un Paese che creda che la scuola sia formazione del cittadino. Oggi la scuola è ammortizzatore sociale”, ha aggiunto.
Il conduttore Corrado Formigli si è poi chiesto: “Perché non creare una scuola di abilitazione? Come un master, così ci si laurea e poi ci si abilita. Punto”. Azzolina ha risposto: “Ci abbiamo provato”. Intercettata da Piazzapulita, la sottosegretaria Paola Frassinetti ha risposto: “Se c’è un problema, verificheremo”.