Attualità

Inizio lezioni, a Roma alunni coi libri sulle gambe in attesa dei banchi di Arcuri e scampato pericolo “gabbie”

Continuano giungere notizie sui disagi venutisi a creare con l’avvio delle lezioni nella maggior parte delle regioni: dopo la foto, diventata virale, di alcuni alunni di una scuola primaria di Genova costretti a scrivere sulle sedie in un’aula senza banchi, le polemiche hanno preso quota.

Subito abbiamo ipotizzato che quella dei banchi mancanti è una condizione “che potrebbe derivare dal fatto che le scuole hanno già smaltito i vecchi biposto ed ora sono in attesa dei monoposto gestiti dal commissario Domenico Arcuri”.

La lunga attesa

Così dovrebbe essere andata nella scuola del capoluogo ligure. Ma anche in un istituto superiore della periferia romana, il Lombardo Radice, all’Anagnina, dove, scrive l’Ansa, “è stato deciso di far fare le lezioni a tutti i ragazzi in presenza ma eliminando totalmente i banchi fino a quando non arriveranno quelli monoposto”.

Il problema è che questa situazione dovrebbe essere mantenuta sino a fine ottobre, poiché il Lazio è una di quelle regioni dove la richiesta dei banchi al ministero dell’Istruzione, poi gestita dal commissario Domenico Arcuri, è stata particolarmente elevata. Inoltre, la precedenza nella consegna verrà data agli istituti del primo ciclo.

“Noi ragazzi – racconta all’agenzia di stampa Paola, una studentessa del primo anno – siamo tutti seduti, distanziati, ciascuno sulla propria sedia, ma senza nessun piano di appoggio. I docenti ci hanno consigliato di utilizzare i quadernoni con la copertina rigida così da poter appoggiarci alle gambe per scrivere meglio ma oggettivamente è molto scomodo seguire le lezioni così”.

Smentite le voci sulla classe in “gabbia”

Tra le circostanze anomale che si sono venute a verificare nelle nostre scuole c’è anche quella di un altro istituto romano: si tratta della scuola Mar dei Caraibi del X Municipio, dove sembrava che gli alunni dovessero ritrovarsi ad assistere alle lezioni in una sorta di “gabbia”.

A far luce sulla vicenda è stata la dirigente scolastica, sentita dal direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio, che ha smentito le voci insistenti.

Le reti da cantiere al posto dei tramezzi in cartongesso

Sembra che la scuola sia stata vittima di una situazione incresciosa, ha poi spiegato alle agenzie lo stesso Usr dopo avere ascoltato il capo d’istituto.

Sarebbe stato il Municipio a portare le reti da cantiere nella scuola Mar dei Caraibi, in luogo dei tramezzi in cartongesso coi quali avrebbe dovuto dividere alcuni ambienti per ricavarne varie aule. “I bambini – assicura l’Ansa – quelle reti non le vedranno. La dirigente, infatti, ha riorganizzato la scuola per far frequentare tutti i bambini in altri ambienti, in attesa che il Municipio provveda a completare i lavori, questa volta con veri tramezzi in cartongesso”.

Alessandro Giuliani

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