Home Attualità Irlanda, ipotesi Green Pass dopo aumento di contagi e focolai a scuola

Irlanda, ipotesi Green Pass dopo aumento di contagi e focolai a scuola

CONDIVIDI

La recente risalita dei contagi, dovuta al riavvio recente delle attività produttive, al rientro di numerose famiglie in città ed alla ripartenza della formazione scolastica e universitaria in presenza, preoccupa il Ministero della Salute locale. Questo, impegnato in attente operazioni di tracciamento attivo al fine di evitare la comparsa di pericolosi focolai in delicati ambienti, si occupa anche dell’organizzazione della campagna vaccinale, che procede con costanza e gradualità.

All’interno dei plessi scolastici il personale ed il corpo docenti non sono tenuti ad esibire la Certificazione Verde COVID-19, che attesta l’avvenuta vaccinazione o l’esecuzione di un tampone antigienico rapido con risultato negativo; non risulta prevista, almeno per ora, l’applicazione del suddetto pass a livello interno, salva la regolamentazione per l’accesso alle case di cura ed ospedali. Preoccupano inoltre i numerosi focolai, sviluppatisi all’interno di alcuni istituti scolastici ed universitari; a tal proposito, l’esecutivo vara disposizioni di contenimento più stringenti.

La recente risalita dei contagi: statistiche, dati su contagi e campagna di vaccinazione

L’isola atlantica, nonostante la graduale immunizzazione volontaria di centinaia di migliaia di cittadini con doppia dose, non è riuscita ad evitare un progressivo e preoccupante aumento dei casi di positività accertata all’infezione da Sars – CoV -2. Risulta vaccinato con doppia dose il 74 % della popolazione, mentre il 2% di questa deve completare il ciclo di immunizzazione, essendo in attesa della seconda dose. Attualmente non si valutano, almeno ufficialmente, percorsi di richiamo per la terza somministrazione, atta a fortificare la reazione del sistema immunitario ad eventuali e nuove varianti del virus Sars – CoV – 2.

La media dei contagi, in ambito settimanale, ha visto una crescita vertiginosa da un valore di 1.200 positivi giornalieri a più di 2.100, corrispondente quasi ad un fattivo raddoppio; risulta pertanto evidente che la sola vaccinazione di massa non risulti essere il solo ed unico strumento in grado di guidare il paese fuori dall’emergenza sanitaria. L’utilizzo e la saggia applicazione delle consuete norme anti-contagio – vale a dire mascherina a protezione delle vie aeree, mantenimento della distanza interpersonale di almeno due metri e frequente disinfezione delle mani – nonché una prassi studiata ed efficace di tracciamento dei casi positivi possono essere considerate, assieme alla vaccinazione, un’arma utile di contenimento dei contagi. 

Boom di focolai nelle scuole: la preoccupazione negli ambienti educativi finisce sul tavolo delle trattative

Sono decisamente negativi i dati resi pubblici dalle autorità irlandesi circa la localizzazione, la presenza e la gestione dei focolai da COVID-19 siti all’interno degli istituti scolastici, i cui studenti, personale scolastico ed insegnanti risultano in quarantena o isolamento fiduciario per contatti con casi positivi. Da 3 focolai, individuati due settimane fa si è passati a 16 la scorsa settimana, secondo quanto dichiarato dal Surveillance Center (HPSC), istituzione di sorveglianza sanitaria locale.

Questi sono debitamente distribuiti tra scuole primarie, secondarie e college privati, in cui si contano all’incirca 2 positivi per contesto stretto. Sale la preoccupazione negli ambienti dedicati all’educazione primaria e secondaria; i dirigenti dei singoli plessi hanno difficoltà a sostituire il personale docente in quarantena e talvolta si sono visti costretti alla chiusura per alcuni giorni, per pure questioni organizzative. Continuano giornalmente a svolgersi incontri tra i sindacati di settore, dirigenti scolastici e funzionari del dipartimento dell’istruzione al fine di mettere al centro preoccupazioni, istanze e soluzioni per ovviare chiusure, DAD e focolai da COVID-19. 

Nel frattempo, l’ufficiale medico capo, il dott. Tony Holohan, ha avvertito che l’uso scorretto dei test dell’antigene sta mettendo i genitori e i loro figli a rischio di contrarre e diffondere il la malattia, aggiungendo che “questa è una pratica davvero preoccupante. Perché quello che stiamo facendo allora è che potenzialmente ci manca il Covid ma ci manca anche l’RSV (virus respiratorio sinciziale), che è già una causa significativa di problemi nei bambini a scuola e potenzialmente manca l’influenza e siamo all’inizio di quello che potrebbe essere la stagione dell’influenza, quindi è una pratica molto preoccupante”. Il medico sottolinea che è necessario, in caso di sintomi sospetti e riconducibili all’infezione, sottoporsi a quarantena preventiva e provvedere all’esecuzione di un test PCR, potendosi trattare di influenza stagionale o RSV, come sottolineato in precedenza.