Secondo Almadiploma gli istituti tecnici sono un vero e proprio “passepartout” per il lavoro.
A un anno dalla maturità, infatti, il tasso di occupazione dei ragazzi tocca il 46,9%, con punte che arrivano al 57,6% nell’indirizzo «elettronica ed elettrotecnica». A superare il 50% sono anche i periti usciti, sempre da 12 mesi, dagli «altri indirizzi tecnologici» e pure il percorso «economico-turistico» si attesta su un significativo 50,6 per cento.
E questi numeri potrebbero essere ancora più grandi se, ricorda Il Sole 24 Ore, le aziende riuscissero a trovare ogni anno agevolmente le 60mila figure professionali «di difficile reperimento» e che corrispondono proprio ad altrettanti indirizzi offerti dal nostro sistema d’istruzione tecnica: dal meccanico al geometra, dall’agroindustria al tessile-moda, passando per l’informatica e il marketing. Un vero e proprio peccato, con un tasso di disoccupazione giovanile che sfiora il 37 per cento.
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Oggi gli istituti tecnici sono strutturati nei settori Economico e Tecnologico e sono suddivisi in complessivi 11 indirizzi, raggiungendo buoni livelli di competenza specie in matematica e nelle regioni settentrionali.
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