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Istituti tecnici trasformati in licei: il Governo non cambia linea

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Non cambia la posizione del Governo sul futuro degli Istituti tecnici: malgrado la dichiarata contrarietà espressa da una fetta della maggioranza parlamentare (con in testa l’Udc, attraverso il parere del suo responsabile scuola, Beniamino Brocca che ha più volte ribadito il suo orientamento favorevole all’inserimento della maggior parte degli istituti tecnici all’interno del canale professionale), dell’opposizione e di Confindustria non ci sarebbero novità sostanziali rispetto i contenuti della legge n. 53/2003: il decreto che uscirà dallo studio approfondito in sede di commissioni parlamentari, e che andrà votato dal Parlamento entro ottobre, conferma la volontà di sopprimere del tutto la legge n. 30/2000, canalizzando il grosso degli istituti tecnici verso una serie di indirizzi liceali nei quali si articolerebbero il liceo tecnologico (con almeno 8 indirizzi) e quello economico (con almeno 3 indirizzi).
La conferma di questa linea giunge dalle dichiarazioni del Sottosegretario all’Istruzione Maria Grazia Siliquini rilasciate a Torino, anche a nome del Ministro Moratti, in occasione dell’anniversario dei 200 anni dell’Avogadro, il primo storico istituto tecnico industriale d’Italia: "Sono orgogliosa – ha detto Siliquini – di un istituto scolastico che ha contributo a formare molti giovani, divenuti poi quei tecnici esperti che tanto sostegno hanno dato alla crescita di tutto il Paese. L’istruzione tecnica è e dovrà essere anche in futuro una valida leva per lo sviluppo economico dell’Italia, con la propria capacità di fornire i quadri intermedi del sistema produttivo e professionale. Per questo stiamo lavorando insieme alle Regioni e alle parti sociali per ridefinire il ruolo di questi istituti e per dargli una innovativa collocazione strategica nell’ambito della nuova scuola: il Governo – e questa è la dichiarazione chiave del Sottosegretario – lavora per valorizzare al massimo gli istituti tecnici attraverso l’istituzione dei licei ad indirizzo tecnologico ed economico".
Ufficialmente il pressing politico ed imprenditoriale condotto negli ultimi mesi non avrebbe quindi condotto ad alcuna novità sostanziale rispetto la preoccupazione, espresse soprattutto da parte di Confindustria, di vedere compromessa la formazione degli studenti non avrebbe convinto il Governo a tornare sui suoi passi: l’eliminazione o perlomeno il forte ridimensionamento, all’interno dei quadri orari dei nuovi licei tecnologici, di molte materie professionalizzanti e di laboratorio renderebbe infatti inutile ogni tentativo di sottoporre gli stessi studenti, anche nell’immediata fase post-diploma, a tentare la carriera attraverso l’inclusione degli albi professionali (per commercialisti, geometri, ecc.).
La risposta alle perplessità sull’accorpamento dei tecnici nei licei giunge sempre dalle parole del Sottosegretario Siliquini: "Fortemente connessa alla riforma del mercato del lavoro e della scuola, ma soprattutto dell’istruzione tecnica – ha spiegato la senatrice di Alleanza nazionale – è l’istituzione dei Poli formativi dell’istruzione e formazione tecnica superiore, che collegheranno gli istituti scolastici ai centri regionali di formazione, alle Università, al mondo della ricerca e alle imprese per generare dei super-tecnici. Il Miur, a tal proposito, ha stanziato già ben 800.000 euro per due progetti pilota per poli formativi nei settori del wireless e della plasturgia". Saranno quindi gli Ifts a fornire quella specializzazione tecnica mirata allo svolgimento della professione che oggi sembrerebbe compromessa dalla pesante teorizzazione dei programmi ministeriali riguardanti anche gli stessi futuri licei ad indirizzo tecnologico ed economico. Saranno sempre gli Ifts, nel disegno governativo, a rappresentare l’anticamera professionalizzante per l’accesso agli albi.