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Italiano del web, la studiosa Vera Gheno: Da un lato dimostra la sua vitalità, dall’altro è il riflesso di un mondo che urla

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“Tullio de Mauro concordava nel dire che l’apertura dell’italiano a nuovi contesti scrittori (e ai nuovi media) fosse un arricchimento per la lingua e, per quanto riguarda l’italiano, la dimostrazione di quanto la nostra lingua sia viva e sana. Non si può quindi parlare esclusivamente di impoverimento linguistico. Attorno a noi però c’è un mondo che urla e quello che noi proponiamo online è esattamente questo modello di comunicazione, sopra le righe, becera, scomposta, non curante di quello che una parola è in grado di scatenare”. VAI AL CORSO

Queste le parole di Vera Gheno, sociolinguista specializzata in Comunicazione mediata dal computer, che per vent’anni ha collaborato con l’Accademia della Crusca, rilasciate nel corso di un’intervista rilasciata all’Università di Padova qualche anno fa.

Il mondo della lingua usata sui social è senza dubbio affascinante, tanto da essere stato oggetto di numerosi studi. Su questo tema si è concentrata proprio Vera Gheno. Un suo testo, “Tienilo acceso. Posta, commenta, condividi senza spegnere il cervello”, è stato scelto dal Ministero dell’Istruzione tra le tracce proposte agli studenti alla maturità 2022.

Quali nodi tematici?

Per capire la lingua del web si può riflettere sul rapporto tra quantità e qualità di parole conosciute e democrazia, sul rapporto parole-azioni-potere, come ci ricorda “Alice nel paese delle meraviglie”. O, ancora, sulla scomparsa di modi e tempi dei verbi nei media e sulla semplificazione verso la assertività. Anche, ma non solo, per la brevità imposta dagli ambienti social.

Non si può poi non passare dai neologismi, le parole straniere, le sigle o abbreviazioni, dal “gergo” dei social che fa ormai parte anche della lingua parlata/scritta nella vita di tutti i giorni. Molta attenzione deve essere posta poi proprio sulla lingua del web, spesso breve, aggressiva, equivocabile per mancanza di linguaggi non verbali (viso, gesti, tono); sul linguaggio dell’odio in rete. O, ancora, sulle emoticon.

Bisogna essere consapevoli del fatto che oggi i giovani ci propongono, attraverso il web, un modo nuovo di comunicare multimediale e della potenzialità dei linguaggi ipertestuali che ci offre la comunicazione online.

Su questi temi si possono costruire coi ragazzi percorsi interdisciplinari che partano da buone pratiche, video, stimoli e giochi per poi diventare didattica attiva. Essendo una attività trasversale il lavoro avrebbe a che fare sia con l’educazione civica che con la cultura e la cittadinanza digitale. Potrebbe coinvolgere docenti dei vari ordini: da quelli impegnati in attività di Ed Civica e Italiano a Storia, Informatica, Tecnologia, Animatori digitali e team.

Risultano d’ispirazione in questo contesto le parole di Carlo Scognamiglio: “L’insegnamento deve adeguarsi al cambiamento dei linguaggi e dei comportamenti cognitivi, imparando ad animare gli spazi di un immaginario che si compone anche dentro e attraverso la Rete”.

Il corso

Su questi argomenti il corso La lingua italiana ai tempi del web, in programma dal 20 ottobrea cura di Rodolfo Marchisio.