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La Bce: contro la disoccupazione puntate sullo studio

Nell’Unione europea la disoccupazione giovanile resta “elevata” e la scuola è uno degli snodi strategici per ridurla: per questi motivi “un elevato livello di formazione scolastica è fondamentale per sostenere l’occupazione giovanile”. Il monito arriva dalla Banca centrale europea che in questo modo ha voluto commentare la disoccupazione giovanile nell’area Ue.
Anche se rispetto al 1983 la disoccupazione è calata di quasi cinque punti percentuali (ma non ovunque visto che in Germania, Francia, Lussemburgo, Austria e Finlandia è aumentata), in base ai dati 2007 in media nell’area dell’euro rimane alta: sulla fascia di età 15-24 anni è pari al 15,3% e in Italia è al 18,6%. Bisogna “evitare – dicono dalla Banca centrale – europea che i giovani abbandonino del tutto il mercato e contrastare il rischio di emarginazione sociale”.
Quello che la Bce auspica per ridurre la disoccupazione giovanile è quindi la realizzazione di “politiche di vasta portata”, facendo leva anche su varie regolamentazioni che irrigidiscono il mercato del lavoro, come le leggi sulla tutela del posto di lavoro, insufficiente flessibilità sugli orari, rigidità salariali e salari minimi: tutti fattori che, secondo l’Eurotower, possono ostacolare l’ingresso dei giovani sul mercato.
Uno dei punti-chiave della politica indicata è però la scuola, la quale è giunto il momento che assicurari una formazione al passo con “la crescente rilevanza dei progressi tecnologici e la maggiore domanda di lavoratori altamente qualificati. I governi – suggerisce la Bce – possono contribuire a rendere più agevole il passaggio dalle istituzioni didattiche al mercato del lavoro, sia rendendo più efficiente il sistema di formazione scolastica, sia creando un contesto economico che consenta di realizzare adeguati rendimenti del capitale investito in istruzione. In tal modo verrebbe incentivata la formazione di competenze professionali”.
La probabilità che un giovane con un basso livello di istruzione sia disoccupato rimane molto elevata, il 18,9 per cento; inoltre, negli ultimi venti anni i tassi di disoccupazione sono calati sensibilmente di meno rispetto a quelli dei giovani con un livello di istruzione più alto.
Alessandro Giuliani

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