Home I lettori ci scrivono La “Buona Scuola” competitiva e internazionale

La “Buona Scuola” competitiva e internazionale

CONDIVIDI

Sono un’insegnante e ho lavorato in tutti gli ordini di scuola, nido, materna, primaria, istruzione adulti, scuola carceraria e, attualmente, insegno inglese in una scuola superiore di secondo grado. Negli ultimi anni mi sono occupata di progetti di scambio con l’estero, Comenius e Intercultura; ho potuto così confrontare la scuola italiana con altre scuole straniere e uscire, almeno personalmente, dall’autoreferenzialità che invece interessa la maggior parte degli insegnanti italiani. E’ frustrante vedere scuole meglio organizzate e non avere la possibilità, al rientro, di cambiare la scuola nel nostro Paese.

Dopo il trattato di Lisbona e la strategia Europa 2020 a favore dell’innalzamento del livello di istruzione e della formazione (formale, non-formale ed informale), le opportunità offerte dall’Agenzia Nazionale llp e dal nuovo programma Erasmus Plus sono validissime, peccato che pochi insegnanti e famiglie ne siano a conoscenza e riescano a partecipare. Sono anche mamma e conosco bene le problematiche che devono affrontare tutte la famiglie italiane che hanno figli in età scolare. In questi ultimi anni, dopo decenni di immobilità, ogni governo ha attuato una riforma scolastica, senza mai “cambiare” veramente, né avvicinarsi al servizio offerto dalle scuole straniere.

AUTONOMIA SCOLASTICA

L’autonomia è consente l’ampliamento dell’offerta formativa e la distribuzione dei ruoli all’interno dell’istituto. Questo è un aspetto positivo solo nelle realtà scolastiche in cui regna il pluralismo. Spesso, purtroppo, il potere decisionale è detenuto da una ristretta cerchia di collaboratori del Dirigente e non si dà spazio alle proposte di altri insegnanti, i quali non hanno le opportunità realizzare progetti o ricoprire ruoli di responsabilità. Ho visitato scuole in Europa in cui gli incarichi vengono assegnati dal collegio docenti in base a candidature e programmi presentati e nessun incarico può essere tenuto per più di quattro anni; dirigenti compresi.

SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE

Le scuole andrebbero valutate in base all’offerta formativa e non solo in base alle performance degli studenti. Gli esami di Stato finali, hanno poco significato, meglio dei test di ingresso ministeriali da effettuare in tutti gli ordini di scuola per verificare subito eventuali problemi e recuperi. Una scuola organizzata per livelli e per piani di studio realmente personalizzati è preferibile ad una scuola con classi eterogenee ingestibili e con esami finali sanzionatori. Ci sarebbe meno bisogno anche dei corsi di recupero. In certe scuole che ho visitato, uno studente non frequenta una classe, ma frequenta una materia con un gruppo per alcune ore settimanali e un’altra materia con un altro gruppo per altre ore settimanali, in base al proprio livello e ai propri bisogni formativi. Questo tipo di organizzazione scolastica si ha già a partire dagli undici anni (subito dopo la scuola primaria). I diplomi che vengono ogni anno conferiti nelle scuole italiane, non corrispondono, nella maggior parte dei casi, alle reali competenze degli alunni.

CARRIERA DOCENTI

Come in molte scuole straniere è giusto che la progressione di carriera avvenga in base al merito. Il sistema deve però salvaguardare gli insegnanti volenterosi ai quali non viene dato modo di esprimere la propria professionalità poiché tra dirigente e pochi collaboratori si creano delle lobby che non permettono ad altri di avere analoghe opportunità e deve salvaguardare anche gli insegnanti che per problemi personali o familiari non possono impegnarsi oltre lo stretto necessario. La progressione per anzianità dovrebbe proseguire, legata a quella per merito.

OBBLIGO SCOLASTICO

Dopo il primo ciclo di istruzione, anche la scuola secondaria di secondo grado dovrebbe essere unitaria e obbligatoria fino ai 18 anni di età, non frazionata in mille diversi indirizzi che la rendono classista. All’estero si ha una unica scuola superiore di tipo liceale all’interno della quale gli studenti hanno dei piani di studio personalizzati per livelli e per materie scelte e una unica scuola superiore di tipo tecnico-professionale composta di vari indirizzi L’istruzione professionale ha poche materie didattiche di base (lingua nazionale, matematica, inglese) e molte più materie in laboratorio. Dall’istruzione liceale si accede a quella universitaria e dall’istruzione professionale si accede all’ alta formazione politecnica.

DOPPIO LAVORO

La maggior parte degli insegnanti che insegnano materie tecniche in Italia ha un doppio lavoro, sono commercialisti, avvocati, ingegneri. Persone che non si impegnano a fondo nella scuola. Con la crisi che c’è oggi, sarebbe meglio dare opportunità di lavoro a chi è ancora in graduatoria. All’estero non è consentito svolgere permanentemente il doppio lavoro. Gli insegnanti possono fare ricerca, pubblicare, effettuare seminari, conferenze o progetti, nel loro tempo libero, ma non svolgere un’altra professione.

AGGIORNAMENTO

Molti insegnanti italiani non effettuano alcun aggiornamento e non ne hanno mai effettuato; rifiutano ogni tipo di innovazione venga proposta da colleghi più attivi. Rifiutano le nuove tecnologie e l’informatizzazione del sistema scolastico. L’aggiornamento deve tornare obbligatorio per garantire la qualità dell’insegnamento.

TEMPO SCUOLA

La scuola italiana, come la scuola di tutto il resto del mondo, dovrebbe essere organizzata sul modello del tempo lungo, anche le scuole superiori. Un tempo lungo organizzato su 5 giorni settimanali con il sabato libero. Questo consente agli studenti e agli insegnanti di stare con la famiglia il fine settimana (soprattutto a quelli che devono spostarsi per lo studio o per l’insegnamento). Nel pomeriggio, gli alunni (di ogni ordine e grado) dovrebbero rimanere a scuola per lo studio individuale, per effettuare attività ricreative o lezioni di musica, arte e sport.

Molte famiglie, per motivi di lavoro, non possono seguire i figli nello studio il pomeriggio. Sempre più numerosi sono gli studenti lasciati soli a casa o in giro per la città, (soprattutto in età di scuola superiore), che non studiano il pomeriggio e non riescono più ad avere una adeguata preparazione. In questi casi non basta avere buoni programmi se poi non si riesce a tradurli in adeguate competenze. Le scuole che ho visitato sono organizzate sul modello dei Campus; oltre alle classi, gli studenti vivono la scuola a 360 gradi e usufruiscono di spazi quali bar, cinema, sale ricreative, biblioteche, laboratori di ogni genere, palestre, piscine, ecc…

SOSTEGNO

All’estero, gli alunni con handicap frequentano la scuola solo se sono in grado, con il supporto dell’insegnante di sostegno, di seguire la programmazione, anche con obiettivi ridotti, che segue il resto del gruppo. Frequentano classi o scuole differenziate se l’handicap è tanto grave da non permettere l’ attività didattica.

LINGUA INGLESE

Un’ altra grave carenza della scuola italiana è l’apprendimento della lingua straniera. Gli studenti del resto d’Europa raggiungono livelli di conoscenza della lingua inglese molto superiori ai nostri. La prima differenza sono le ore settimanali dedicate alla lingua; le tre ore italiane non sono sufficienti. Per un discreto apprendimento della lingua straniera servirebbero almeno cinque ore settimanali. I programmi di lingua straniera sono da rivedere perché risultano essere impostati come l’insegnamento del latino – lingua morta – . La lingua è un fenomeno complesso, è comunicazione, e va insegnata ed imparata nella sua totalità, seguendo un metodo comunicativo globale. All’estero ho sempre visto insegnare seguendo il metodo native-like. Se si insegna un anno il presente, un anno il futuro, un anno il passato e così via, prima che gli studenti possano comunicare, servono dieci anni di studio! Non si parla fin da subito in maniera completa ad un bambino piccolo in lingua madre? Gli studenti di altri Paesi europei hanno una maggiore esposizione alla lingua straniera, e i risultati ottenuti sono migliori. La stessa cosa vale anche per la metodologia

CLIL

perché proporla solo l’ultimo anno delle superiori? Si può attuare fin dalla scuola dell’infanzia e primaria. In uscita dalla scuola secondaria di secondo grado, è previsto il raggiungimento del livello B2 per tutti i tipi di scuola. Ciò è impossibile da ottenere, soprattutto se si considerano le abissali differenze esistenti tra gli attuali tecnici-professionali e i licei.

LIBRI DI TESTO

Un portatile potrebbe sostituire i libri di testo con un costo totale inferiore per le famiglie ed una ricaduta didattica migliore; insegnanti e studenti potrebbero accedere a una gamma di materiali e documenti didattici molto più vasta ed aggiornata rispetto alle misere selezioni dei libri di testo. In ogni scuola estera che ho visitato, è presente una lavagna multimediale per ogni aula con connessione veloce ad internet; i libri di testo non esistono più. Nella Media delle scuole italiane abbiamo un solo laboratorio e una sola lavagna con turni di una volta al mese per classe. L’azione didattica di tali supporti risulta pertanto inutile.

COMPORTAMENTO

Gli alunni, soprattutto gli iscritti a tecnici e professionali, stanno diventando sempre più indisciplinati e disinteressati. Non ascoltano, non studiano, fanno confusione durante le lezioni, mettono in atto strategie per perdere tempo o far saltare le lezioni e le verifiche. Si verificano atti di bullismo e di mancanza di rispetto verso compagni ed insegnanti quotidianamente. Bisognerebbe che ci fosse non solo più disciplina, ma anche la presenza costante di psicologi a cui indirizzare gli studenti, anche senza il consenso delle famiglie, che spesso viene negato proprio nei casi di maggiore necessità, impedendo un eventuale recupero e lotta all’abbandono. In tutte le scuole che ho visitato c’è più disciplina e rispetto per la scuola i suoi operatori.

PENSIONAMENTO

L’avanzamento dell’età pensionistica mi lascia molto perplessa per quanto riguarda la scuola. Per gestire una classe occorrono molte energie e salute ferrea; dubito che persone con più di sessanta anni possano essere in grado di farlo. Anche le piccole patologie sono mal conciliabili con l’attività di insegnante. Aggiornarsi diventa sempre più faticoso. La scuola italiana presenta un ordinamento vecchio rispetto a quello del resto d’Europa e rischia di rimanere ferma ai tempi di Pinocchio per altri venti anni. Sarebbe bene prevedere di agevolare la destinazione degli insegnanti, oltre una certa età e che ne fanno richiesta, ad altre mansioni negli ultimi anni di carriera. Nel resto d’Europa il corpo docente è mediamente molto più giovane ed aggiornato rispetto a quello italiano; tra qualche anno la situazione rischia di essere ancora peggiore e il gap più ampio.

EDILIZIA

Ultima, ma non per importanza, la questione dell’edilizia scolastica, è invece una vera priorità. Ci sono molti edifici con problemi strutturali notevoli che mettono a rischio la sicurezza sia degli alunni che del personale scolastico. Gli insegnanti si dimettono dagli incarichi conferiti loro dai Dirigenti in base alla legge sulla sicurezza perché non vogliono assumersi delle responsabilità, in quanto gli Enti Pubblici rimangono inadempienti anche dopo innumerevoli segnalazioni. L’ambiente di apprendimento, in Italia, non riceve la giusta considerazione, al pari del resto d’Europa. Insegnare ed imparare in un ambiente degradato influisce infatti negativamente sulla sfera emotiva, causando demotivazione sia negli studenti che negli insegnanti