Marco Paolo Nigi ha concluso affermando che “occorre porre termine a questa discrezionalità che ha portato alla ribalta mediatica sigle sindacali più che modeste per numeri, ma molto supportate politicamente. Non è un caso che si consideri soddisfacente ed esaustivo in termini di rappresentanza e rappresentatività il tavolo messo in piedi sulla riforma del mercato del lavoro, in quanto comprensivo delle maggiori confederazioni. Ma la realtà è diversa e abbiamo dovuto constatare, con rammarico, che così facendo si è venuti meno al principio della democrazia sindacale, preferendo coinvolgere una confederazione meno rappresentativa, escludendone una, come la Confsal, molto più rappresentativa. Noi non portiamo avanti un discorso di esclusione di un sindacato piuttosto che di un altro, ma esigiamo che al tavolo si siedano le organizzazioni che possono certificare la loro reale rappresentanza e quindi la loro rappresentatività”.
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