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La fisica che ci piace, il prof Schettini: “Fare il docente non è per tutti. Ogni insegnante dovrebbe continuare a sentirsi studente”

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Il tema della vocazione dei docenti è più scottante che mai. Abbiamo recentemente discusso in merito al crollo del numero di giovani europei che sognano di diventare insegnanti, per una serie di ragioni come il tempo che occorre per diventare di ruolo e le precarie condizioni economiche.

In molti però parlano ancora di “posto fisso” e di persone che diventano docenti solo per avere un posto di lavoro sicuro senza però una vera passione per l’insegnamento e la cura dei più giovani. Ma la professione docente è ancora così appetibile? Quanti insegnanti svolgono questo lavoro come ripiego?

“Portare il proprio carattere in cattedra”

A parlare del tema, rivolgendosi, magari, ai giovani interessati ad andare presto in cattedra, è stato Vincenzo Schettini, docente di fisica straseguito sui social e conosciuto con il nome del suo progetto, “La fisica che ci piace”, con un canale YouTube da più di 360.000 iscritti e un account TikTok da più di 680mila followers.

Di recente, sul suo profilo Instagram, il professore ha pubblicato un video in cui riflette proprio su cosa significa insegnare: “Fare il docente non è un mestiere per tutti. Chi sceglie il mestiere dell’insegnante lo deve scegliere perché deve amare il fatto di avere di fronte 30 universi, con dei sentimenti, che faranno dei lavori meravigliosi”, ha esordito, davanti ad una platea di giovani.

“Noi siamo responsabili di accompagnare gli studenti nelle scelte. È importante che un insegnante che si siede sulla cattedra ci metta il proprio carattere e che si continui a sentire uno studente”, ha concluso, dando un suggerimento a tutti i suoi colleghi.

Il modello Schettini

Non è la prima volta che Schettini, docente sicuramente carismatico e sopra le righe, si concentra sull’aspetto della passione e della motivazione dei docenti.

C’è però chi ha criticato il cosiddetto “metodo Schettini”: lo ha fatto il sociologo Nicola Ferrigni, intervistato dal nostro vicedirettore Reginaldo Palermo, che ha detto: “Negli ultimi tempi stiamo infatti assistendo a una sorta di ‘deriva narcisistica’ assunta da Schettini, diventato troppo ‘personaggio’ per rappresentare un riferimento sul metodo e la didattica. Schettini è molto bravo nel rendere semplice, tangibile e ‘afferrabile’ la logica, i principi alla base della fisica, che poi è il primo compito di un docente. Ma, in questo momento, mi sembra un po’ troppo ‘personaggio’, troppo ‘influencer'”. Insomma, il modello Schettini è replicabile e, soprattutto, attuabile in ogni contesto?