
La docente del napoletano che è stata arrestata per molestie sessuali nei confronti degli alunni, dopo essere stata vittima di una spedizione punitiva da parte di un gruppo di trenta genitori, è stata interrogata e ha negato le accuse, parlando di vendetta.
La docente non ha scelto di stare in silenzio
La donna, come riporta Il Corriere della Sera, è stata interrogata per tre ore e non ha scelto la via del silenzio, anzi. Ha affermato di avere la “coscienza pulita” e di non aver mai commesso abusi nei confronti dei ragazzi. L’insegnante di sostegno ha riferito che le accuse sarebbero nate dopo l’episodio della sospensione dopo aver trovato due alunni a fumare nei bagni della scuola.
Si è parlato anche dei file che sono stati allegati agli atti dell’indagine, in particolare diversi audio. Secondo la docente le frasi in essi contenute sarebbero state “estrapolate da un contesto più vasto”. Ha negato di aver commesso atti sessuali nei confronti degli alunni, spiegando che le conversazioni finite all’attenzione degli inquirenti riguardano solo uno dei ragazzini.
C’è anche da ricordare che la donna ha sporto denuncia per l’aggressione subìta a novembre, su cui si sta indagando. Da quel giorno, ha riferito, “non sono uscita più di casa”.
La vicepreside perplessa
La vicepreside della scuola, però, ha dubbi sulla vicenda: “Questa storia è strana. La madre voleva quella professoressa. Era venuta a scuola a settembre, chiedendo il diritto alla continuità didattica per il figlio”, ha detto.
“La professoressa ha preso servizio nel nostro istituto il 20 ottobre del 2023. Io l’ho incontrata quando ha firmato il contratto, quel giorno non mi fece una brutta impressione. Anzi, quando a settembre del 2024 la madre dell’alunno che seguiva è venuta a reclamare il diritto alla continuità didattica, chiedendo esplicitamente che fosse lei a proseguire l’insegnamento di sostegno del figlio, ho avuto l’impressione che il minore si fosse trovato bene, che fosse contento di lei. E con lui anche i genitori, altrimenti perché pretendere la sua conferma?”, ha riflettuto.
La vicepreside dice di “essere caduta dalle nuvole” e di “non essersi mai accorta di nulla”, e anche che lei e la preside sono “scontente” di come i genitori degli alunni abusati hanno gestito l’accaduto, perché “hanno colto una persona in fallo. Non è bello”.
“Avremmo preferito essere informate dai genitori prima della denuncia ai carabinieri. Avremmo sicuramente ragionato insieme su come intervenire, senza creare tutto questo polverone mediatico, che danneggia soprattutto i ragazzi. A loro ora serve solo tranquillità: sono ragazzi, dimenticheranno”, ha concluso.
La docente inchiodata dagli audio inviati agli alunni
La 40enne si trova ora in carcere. Alla base delle accuse, le dichiarazioni acquisite dai magistrati con l’audizione in forma protetta dei 6 minori direttamente coinvolti nei presunti abusi e dell’analisi dei file audio estratti dal telefono cellulare dei ragazzi e dell’insegnante. Sul telefono dell’insegnante sono stati rinvenuti numerosi messaggi vocali dalla stessa inviati agli alunni, nonché materiale pornografico compatibile con quello descritto dalle vittime nel corso della loro audizione. Tutte le contestazioni dovranno ora essere vagliate.
“Dall’analisi del mio cellulare non verrà fuori nulla di compromettente”, aveva fatto sapere tramite il suo avvocato. Come riporta Il Corriere della Sera, le condotte imputate all’indagata hanno reso necessaria l’adozione della più grave tra le misure cautelari, quella della custodia in carcere, in quanto ritenuta “l’unica in grado di arginare il pericolo di reiterazione dei reati, anche in considerazione del fatto che, da un lato, la docente è ancora formalmente in servizio presso l’istituto scolastico”.
Per il giudice gli arresti domiciliari non avrebbero consentito di inibire alla donna l’utilizzo della rete internet, “con il conseguente pericolo di avere con altri minori ulteriori contatti analoghi”.