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La scuola costa a uno studente 2mila euro l’anno, Valditara e Bernini riceveranno gli accampati (pure di notte) davanti alla Camera: “ma non basta”

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Il caro scuola e il caro affitti lamentato dagli studenti diventa una protesta davanti alla Camera anche notturna: la mattina di martedì 17 ottobre un gruppo di ragazzi – appartenenti agli studenti medi e universitari – ha montato dinanzi a Montecitorio tre tende igloo ed esposto uno striscione con sopra scritto “Non resteremo a guardare“. Chiedono a gran voce al governo Meloni di ascoltarli e di modificare la Legge di Bilancio di fine 2023 che a loro dire li avrebbe “dimenticati”.

Le ragioni della protesta

“Siamo in piazza davanti a Montecitorio – dice Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della rete degli studenti medi, rispondendo all’Ansa – piantando delle tende come segno di protesta. La legge di bilancio presentata ieri è di fatto una legge che non vede l’istruzione come un mezzo per costruire il futuro di questo Paese. Non scommette in giovani e non investe in istruzione. Quest’anno iniziare un anno di scuola costa circa 2mila euro tra caro libri, abbonamenti trasporti, corredo scolastico ed è una situazione inaccettabile per quello che dovrebbe essere un diritto costituzionalmente garantito”.

“All’apertura delle scuole – continua Notarnicola – abbiamo manifestato davanti agli istituti scolastici di questo Paese ma nessuno ci ha ascoltati e Valditara continua a fare orecchie da mercante sui reali problemi della scuola pubblica spostando continuamente l’attenzione su temi che non sono prioritari e conducendo attraverso i provvedimenti un’opera di criminalizzazione dei giovani”.

“Purtroppo – sottolinea Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dei giovani universitari – al di là di un investimento marginale” sul caro affitti in manovra “il tema è quello che gli investimenti sono comunque nel privato e non crediamo ci sarà un cambio di rotta: ci sono solo 42mila posti nel pubblico a fronte di 820 mila fuoriserie gli affitti continuano a crescere, questa condizione non possiamo più permettercela”.

Alcuni esponenti dei partiti dell’opposizione politica – Pd, Avs ed M5s – si sono fermati a parlare con gli studenti portando la loro solidarietà.

L’apertura al dialogo dei ministri

In serata, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara si sarebbe detto pronto a ricevere gli studenti in protesta proponendo anche una data dell’incontro: gli studenti, però, chiedono anche di essere ricevuti anche dalla ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, la quale, riferisce ancora l’agenzia Ansa, si sarebbe detta pronta a ricevere gli studenti dell’Udu nell’ambito del Cnsu, il Consiglio nazionale degli studenti universitari, il prossimo 29 e 30 ottobre, per ascoltare le istanze dell’intero mondo associativo.

“Non siamo per nulla soddisfatti di questa risposta, è come se la Meloni incontrasse il Cnel e non i sindacati”, ha replicato Simone Argutoli dell’Udu.

Proteste nazionali in arrivo

Viene confermata, quindi, la protesta nazionale studentesca prevista esattamente tra un mese, il prossimo 17 novembre: gli studenti manifesteranno il loro dissensoin diverse piazze d’Italia, in occasione della giornata internazionale degli studenti.

“Sarà una giornata di lotta per rivendicare i nostri diritti e la centralità dell’istruzione”, hanno già fatto sapere in modo congiunto le diverse associazioni organizzatrici delle manifestazioni.