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“La Scuola feudo di partiti, sindacati e burocrazia”: Suor Anna Monia Alfieri non è stupita per i casi di corruzione, si educhino i giovani

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Gli scandali della politica hanno origine nei mali della società: per questo motivo diventa “necessario educare i cittadini, i giovani, a stare sempre all’erta, a distinguere fra chi serve una causa e chi se ne serve”. È il pensiero di Suor Anna Monia Alfieri, Cavaliere al Merito della Repubblica, volto noto della tv e da anni in prima linea per difendere le scuole paritarie, a commento dei recenti casi di corruzione internazionale che sembra abbiano investito anche alcuni importanti componenti del Parlamento europeo.

Interpellata da Adnkronos, Suor Anna Monia Alfieri, ha detto che è “necessario, innanzitutto, che ognuno di noi compia un atto di verità e si domandi: ma noi veramente ci stupiamo ancora per i casi della corruzione della politica o di determinate sue connivenze?”.

“Non voglio essere fraintesa: il mondo della politica, sia a livello locale che nazionale, è formato, lo posso attestare per conoscenza diretta, da tante persone oneste, realmente interessate al bene dei cittadini. Come ogni aggregazione umana, tuttavia, ci sono elementi che non sono altrettanto onesti ma che sfruttano il loro ruolo per interessi altri. E’ in atto una crisi della politica? Direi di no”.

“E’ in atto – continua – una crisi della società? Direi di sì. Ma dove risiede questa crisi? Io la individuo nella metodica e radicata incapacità da parte di molti, non dico la maggioranza, ma di molti sì, di andare a fondo delle cose, di non vedere come determinate dinamiche si innestino sempre a partire dalla stessa origine: intravedo un debole (povero, immigrato, carcerato, malato) e, invece di servirlo, me ne servo. In che modo? Additandolo come elemento da tutelare, facendolo divenire oggetto della polemica, ottenendo il plauso dei cittadini e poi il nulla“. 

Quindi, Suor Anna Monia Alfieri, “senza formulare un giudizio sul partito o sulla persona” chiede di guardare “alla realtà dei migranti. Da una parte si accusa di razzismo chi vuole introdurre delle regole a tutela di chi migra e di accoglie, dall’altra si creano organizzazioni che hanno lo scopo, non tanto velato, di lucrare sul lavoro degli immigrati. Allora, mi chiedo, dove sta la ragione? Forse la ragione sta nell’andare oltre lo slogan del momento, nel riconoscere lo sfruttamento, a fini elettorali, delle singole fragilità che via via emergono”.

Quindi, la Suora parla di Istruzione, sostenendo che “il mondo della scuola è, purtroppo, l’esempio più eclatante di questo meccanismo: la scuola che è sempre stata feudo dei partiti, dei sindacati, della burocrazia. Il risultato è sotto gli occhi di tutti”, riferendosi alla riduzione delle competenze e ad un settore che in certi contesti – soprattutto diverse scuole del Sud, ma anche le stesso paritarie – stanno vivendo anni davvero difficili.

Secondo Suor Anna Monia Alfieri, però, non bisogna “sbandierare indignazione che ci fa passare per degli ingenui ma educare i cittadini, i giovani, a stare sempre all’erta, a distinguere fra chi serve una causa e chi se ne serve. Questo è il metodo che occorre applicare in ogni ambito della vita, personale o comunitaria che sia”.

La Suora, infine, cita un breve passaggio del discorso tenuto dal grande Mino Martinazzoli, a proposito della politica onesta, a quello che sarebbe stato l’ultimo congresso della Democrazia Cristiana. Dalla segreteria di De Mita si sarebbe passati a quella di Forlani: ‘Siamo all’alterazione del modello, con partiti che si sentono costretti ad essere quasi soltanto acquirenti di consenso e lo comprano ad un prezzo sempre più esoso, ottenendo inevitabilmente in cambio un aumento di ingovernabilità e la rinuncia ad un minimo di progettualità che contenga e raffiguri il legame convincente di un bene comune, di un destino condiviso”.