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La supplente: diario di una prof, fra l’dea della scuola e la sua realtà

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Un anno da supplente, registrato con rigore mnemonico sorprendente, della prof Elisa, una giovane donna che ha sempre sognato, ma con vera passione, di fare l’insegnante. 

Legittimo come qualunque altro sogno lavorativo, anche se questo, che consente di stare fra giovani per istruirli ed educarli al mondo e alla cittadinanza, ha in sé un quid di magico, di particolare, di fantasioso considerato che maestro fu Gesù e fu Platone, ma anche Giotto e tutta quella grande schiera di artisti e pensatori sulle cui opere, e quelle degli allievi, si è costruita la civiltà occidentale. 

In libreria, ma online soprattutto, questo interessante romanzo di Giovanni Chirone, “La supplente. La persona giusta in una scuola sbagliata”, pubblicato in modo indipendente con Amazon Italia, 4,99 € in EBook. 

E nel quale si racconta di Elisa che per certi versi è entrata, fin da piccola, in questa logica dell’amore indiscusso per l’insegnamento e per la scuola, e dunque, quando viene chiamata per la sostituzione di una prof, beffata però dalla burocrazia, può finalmente entrare in un liceo, quello stesso dove si è “maturata”, come docente di “Materie letterarie e latino”, le discipline per chi ha studiato e si è laureata.

Se tale è il preambolo, in questa sorta di diario scandito da date precise e precise collocazioni, il corpo del libro, l’elaborazione del materiale narrativo, il plot insomma, riporta l’esperienza in trincea della giovane docente e dunque le asperità e gli scogli, nemmeno immaginati,  che ogni giorno la donna deve affrontare, compresa l’astruseria dei cosiddetti programmi ministeriali, talvolta non adeguati all’età dei ragazzi, come “I promessi sposi”, un libro troppo impegnativo per il biennio e dunque per adolescenti più adusi alla indolenza, alla sciatteria, alla maleducazione che alla comprensione di quella importante opera.

Da qui, oltre il sogno, appare la dura realtà della scuola, e non solo quella rappresentata dai suoi alunni, ma anche quella dei colleghi non realizzati, imbronciati col mondo e con esso in lite, mentre le faccende burocratiche vogliono essere risolte e le carte liberate dai faldoni. 

Un universo che Elisa non aveva immaginato e che lei avrebbe voluto, nel rapporto con gli alunni, conquistare con la forza della sua volontà e delle sue doti, rafforzate dallo studio e dalla disciplina interiore che s‘era imposta durante quei segni. 

Tuttavia, e qui sta la singolare coerenza del romanzo, tutte queste esperienze negative, le contraddizioni, le asprezze registrate sia coi ragazzi che coi colleghi e dunque con la scuola nel suo insieme, diventano punti di forza, insegnamenti di vita che travalicano le anguste aule del liceo e si tramutano nei confronti degli alunni che riescono a dare alla docente più di quanto lei cerchi loro di donare. 

E allora Elisa scopre che, oltre gli obblighi burocratici, i voti e i programmi, i consigli di classe e le faccende giornaliere, insegnare è prima di tutto un esercizio di amore, una realtà in cui donare, oltre ai saperi, comprende anche la fiducia e la stima. 

Scoprirà Elisa che dietro il rigore c’è la disciplina interiore, quella che forma al di là del tempo scuola e dei compiti. 

Romanzo in forma di diario assai interessante e soprattutto basato su fatti e accadimenti reali, senza alcuna sbavatura fantasiosa.  

Scritto anche come un giallo, perché porta con sé tutte le incertezze, i dubbi, le perplessità, le incognite che ogni giorno possono accadere fra i banchi, bisogna aggiungere che l’autore è proprio una donna che però, per evitare malintesi e magari qualche inopportuna critica, ha usato l’alias di Giovanni Chirone.  Che è anche questo nome una sorta di rebus: Giovanni come San Giovanni Bosco e Chirone come il mitico centauro, maestro di Achille.