Landini (Cgil) chiede risorse per docenti e Ata: non arrivano a fine mese, troppi precari, la loro formazione va pagata

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Aumentare gli stipendi di chi lavora a scuola, superare la precarietà, affrontare il problema della mancata sicurezza sul lavoro, agevolare il diritto alla formazione facendolo diventare permanente non solo per i giovani ma per tutte le persone che per vivere hanno bisogno di lavorare: sono le azioni che chiede al Governo Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, per per risollevare l’Istruzione in Italia.

Rispondendo alla Tecnica della Scuola, a margine della conferenza stampa “Investire in Istruzione e Ricerca per far ripartire il Paese”, il numero uno del sindacato Confederale ha detto che l’organizzazione che rappresenta “sta richiedendo anche nei contratti nazionali di lavoro, che le persone siano normalmente anche pagate tutte le settimane, tutti i mesi e tutti gli anni che lavorano per avere delle ore in cui si aggiornano, si qualificano perché oggi la conoscenza e la formazione, quella che combatte le diseguaglianze chi ha la conoscenza chi ha la formazione ha l’opportunità di poter migliorare le proprie condizioni di essere meno sfruttata e quindi da questo punto di vista il diritto alla formazione diventa per noi un diritto fondamentale di cittadinanza che deve essere garantito”.

Landini ha quindi affrontato il nodo dei compensi esigui: “È giunto il momento – ha detto – di aumentare gli stipendi, i salari, alle lavoratrici e i lavoratori perché punto di fondo del nostro Paese che l’insicurezza delle persone è legata al fatto che non arrivano alla fine del mese, che hanno dei salari bassi che sono sfruttate, che si muore sul lavoro e che c’è un livello di precarietà e di insicurezza non più accettabile: queste sono le cose che secondo noi il Governo sostanzialmente deve fare”.

Non corso della video-intervista, il leader sindacale ha anche parlato della ‘fuga dei cervelli’ e della privatizzazione dei servizi pubblici a iniziare proprio dalla scuola: problemi per i quali servono soluzioni a breve termine, perché si sta andando pericolosamente nel verso contrario.