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Sciopero 4 aprile, studenti e precari in piazza: imbrattati cartonati di Valditara, Bernini e Meloni in varie città

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Oggi, 4 aprile, è stata giornata di scioperi. A scendere in piazza sono stati molti studenti, scolari e universitari, oltre a molti precari. Ecco cosa è successo nelle varie città d’Italia, come riportato da Ansa.

“Basta tagli e precarietà. Questa riforma non si fa. Bernini vattene”, questo lo slogan dei gruppi Osa e Cambiare Rotta in concomitanza con lo sciopero nazionale promosso da Usb, che hanno lanciato la manifestazione nazionale “Allarme Rosso contro la Scuola di Valditara e dell’Ue”.  

A Roma gli studenti dopo aver dormito in tenda sotto il ministero dell’Università, hanno dato battaglia “contro i tagli”, per chiedere “soldi all’università e non alla guerra; il diritto alla casa” dicendo “basta alle molestie”. Questi alcuni dei 10 punti messi nero su bianco in una piramide di cartone. E poi ‘l’immancabile’ cartonato a grandezza naturale ‘dell’asino’ Bernini. Dopo gli ultimi femminicidi, un minuto di rumore e di ‘allarme’ con il suono di una sirena anche per Ilaria e Sara. E tutte le vittime. A loro si sono uniti anche i lavoratori del comparto in sciopero.

Una gigantografia della bandiera dell’Unione Europea è stata bruciata sotto il ministero dell’Istruzione a Roma al grido di “No alla scuola di Valditara e dell’Ue”.

A Genova cachi contro i cartonati di Meloni, Bernini e Valditara

Alcune centinaia di studenti genovesi sono scesi in piazza in corteo lungo le strade del centro di Genova per dire “no alla guerra e alle spese per le armi” e per chiedere che gli 800 miliardi proposti dalla Ue per il riarmo “vengano invece investiti per la formazione e la salute”.

Il corteo era aperto da uno striscione con la scritta ‘soldi alla formazione non alla guerra’ e i giovani mostravano cartelli con slogan a favore anche della salute pubblica. Nel mirino dei manifestanti la presidente della Ue Von der Leyen, la presidente Meloni e i ministri Valditara e Bernini.

Le loro foto sono state appese con dei cartoni ad un lampione e prese di mira con un lancio di cachi. I portavoce della manifestazione hanno spiegato tra l’altro che “il riarmo europeo non può che portare alla guerra come sta avvenendo già in Ucraina e a Gaza con la strage del popolo palestinese”.

A Torino gli studenti sono scesi in piazza contro il riarmo

Anche a Torino gli studenti sono scesi a centinaia in piazza. Il corteo si è aperto da uno striscione su cui c’è scritto: “Soldi alla formazione non alla guerra. No al riarmo europeo. Palestina libera”. C’è un manichino con una foto del ministro Valditara con in testa un elmetto e un cartonato che rappresenta un asino con la scritta “Bernini somara”.

“Siamo qui per fermare il genocidio in Palestina, per fermare il processo di aziendalizzazione delle scuole, ma anche perché è sorto un nuovo problema che noi viviamo sia come figli di lavoratori che come studenti, ovvero la nuova dinamica del riarmo, che comunque è una retorica che il nostro governo, così come praticamente tutti i governi europei, stanno portando avanti e a cui noi chiaramente ci opponiamo”, spiega Caterina Mansueto, presidente della consulta provinciale degli studenti di Torino.

“Mancano soldi alla scuola, le scuole crollano, gli studenti vengono mandati in alternanza e come poche settimane fa uno studente si è fatto male perché è rimasto incastrato in un macchinario e quindi chiaramente – aggiunge -. Noi non possiamo continuare a vivere queste condizioni, sapendo che la prospettiva del governo è quella di investire sempre più in armi”.

Durante il corteo studentesco sono stati colpiti con pomodori e verdure dei grossi cartoni con incollati sopra le foto della premier, della commissaria europea Ursula Von der Leyen, del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, dei ministri Valditara e Bernini. È stata anche bruciata una bandiera europea.

L’azione è stata fatta da alcuni studenti con il viso coperto dalla tradizionale sciarpa palestinese, la kefiah. Sono stati accesi fumogeni e torce da segnalazione.

Frassinetti condanna i gesti

“Voglio dare la mia solidarietà alla Presidente Meloni e ai ministri Bernini e Valditara, vittime di gesti gravissimi avvenuti oggi al corteo degli studenti, al quale hanno preso parte anche i collettivi di ‘Osa’ e ‘Cambiare Rotta’. I poster della Premier e dei ministri affissi in piazza Corvetto sono stati fatti mira di lancio di oggetti da parte dei manifestanti, questo tipo di violenza insensata e sterile non ci farà arretrare di un solo millimetro. Inutile è scimmiottare cortei ben più numerosi degli anni ’70, oggi per fortuna non ci sono più le condizioni per monopolizzare le piazze. Certo, questi gesti vanno condannati da tutti e non bisogna sottovalutarli, ma è fondamentale andare avanti senza farsi intimidire. Si può benissimo manifestare il proprio dissenso senza trascendere in violenze assurde”, questo quanto dichiara Paola Frassinetti, sottosegretaria all’Istruzione e al Merito.