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Laureati in informatica in Italia: appena 1,3% contro la media europea del 3,4

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Secondo l’ufficio europeo di statistica, che ha  pubblicato anche uno studio sulle capacità pratiche di uso dei computer, in media tra gli ‘adulti’ della Ue il 63% è in grado di compiere operazioni elementari come copiare o spostare un file o una cartella, il 43% sa usare una formula aritmetica di base in un foglio di calcolo, il 31% sa costruire una presentazione elettronica e il 10% può scrivere un programma. 
Queste le abilità della fascia di popolazione adulta compresa fra i 16 e i 74 anni, mentre tra gli junior, tra 16 e 24 anni, le percentuali salgono. L’Italia e porò sempre indietro rispetto ai dati europei: al livello base arriva solo il 54% degli italiani tra i 16 ed i 74 anni, e l’85% dei giovani tra i 16 ed i 24. E le percentuali si ripetono per i tre livelli superiori (35% e 61%, 23% e 50%, 9% e 18%). 
Il Paese dove e’ più  alta la dimestichezza con l’uso di base dei pc è l’Olanda (81% tra 16 e 74 anni), quello dove praticamente tutti i giovani lo sanno usare è invece l’Austria (99%). Mentre la Finlandia ha il record con 37 giovani su 100 che sono in grado di scriversi un programma su misura.
Da qui la dichiarazione di Nicolò Rinaldi dell’Italia dei valori al Parlamento europeo: I dati pubblicati dall’Eurostat sul numero di laureati in scienze informatiche in Italia evidenziano un ”ennesimo primato negativo” per il nostro paese ”in un settore cruciale per l’innovazione dell’imprenditoria”. 
Lo studio afferma che poco più di un italiano su cento si laurea in informatica, esattamente l’1,3%. Il parlamentare italiano dà la colpa del pessimo risultato ”ai continui tagli alla scuola e all’università”. Di questo passo, conclude Rinaldi, l’Italia ”finirà con l’importare giovani informatici dall’India o dal Brasile, relegando i propri giovani alla disoccupazione”.