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Le donne (tutte) che fecero l’impresa dal 1848 ai nostri giorni. Eroine e intellettuali, fiere e colte. Saggio al femminile di Marco Severini

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Le donne che hanno fatto l’impresa dal 1848 ai nostri giorni, dai moti insurrezionali preunitari a Giorgia Meloni, senza dimenticare nessuna, ma proprio nessuna di questo incredibile esercito di femmine che con decisione, cipiglio, fierezza, intelligenza, volontà, studio, coraggio hanno tentato di anticipare i tempi, non solo lungo il fronte delle lotte per il riconoscimento dei propri diritti civili e sociali, ma anche nel prospettare la visione di un nuovo mondo agli italiani, in funzione patriottica e dell’Unità, ma anche del riscatto del loro ruolo determinante nella storia repubblicana.

A cominciare da Caterina Franceschi Ferrucci o da Cristina Trivulzio di Belgioioso che ha il coraggio di aprire ben 5 scuole gratuite per istruire il popolo, a parte le sue vicende patriottiche con Mazzini. Ma c’è pure Maria Falco D’Adda, Costanza Trotti Bentivoglio e poi Laura Solera Mantegazza fra le cospiratrici e le combattenti per cacciare lo straniero, insieme alle donne romane e ai giornali diretti e scritti da donne con l’intento sempre di invogliare le italiane alla libertà. Famoso “La donna italiana”, ma anche “Una donna bizzarra”, “Il circolo delle donne italiane” e il palermitano “La tribuna delle donne” e così via, dimostrando che il ruolo femminile, anche nel giornalismo, non è stato affatto secondario, anzi, se si fa riferimento a personalità di intellettuali come Giuseppina Turrisi Colonna e ad altre avventurose attiviste del “Quarantotto” milanese.  

E poi le coppie idealiste e temerarie, come quella costituita da Luigi Porzi e Colomba Antonietti, l’unica donna ritratta tra i busti dei garibaldini al Gianicolo; e poi Rosalie Montmasson, detta Rose, moglie, tradita e ritradita, di Francesco Crispi, l’unica femmina a imbarcarsi coi Mille, convincendo persino Garibaldi che rifiutò invece il permesso a Felicita Bevilacqua.

A raccontare con stile romanzesco e profluvio di particolari appassionanti e poco conosciuti queste straordinarie vicende di donne, il saggio del prof. Marco Severini, contemporaneista dell’Università di Macerata, “Le fratture della memoria. Storia delle donne in Italia dal 1848 ai nostri giorni”, Marsilio, 440 pp, 29,00 €.

Perché la singolarità del testo sta appunto nel recupero della memoria relativa all’universo femminile, ma sta anche in una sapiente, cattivante narrazione. Per ciascuna delle donne, che nel corso del saggio viene messa sotto osservazione, l’autore narra una breve ma particolareggiata biografia. Una sorta di racconto breve all’interno di uno sceneggiato più complesso e scientifico. Perché anche questo occorre sottolineare di questo importante, per valore documentaristico, volume, caro non solo a chi si interessa di femminismo e femminile, ma anche a chi ama la storia, quella certificata e che può ben stare sia nelle Accademie sia tra la letteratura.

Riesce infatti Severini a creare momenti di tensione narrativa quando descrive per esempio personalità controverse e intriganti come la Contessa di Castiglione ma pure quando chiarisce “il caso Poët” di cui è stato trasmesso una “scalcagnata” serie televisiva. E poi le donne della scuola e delle università: le più istruite, come la Marianna Mozzoni che si batté per restituire alle italiane i loro diritti politici e civili, rivendicando il voto, mentre non hanno ancora capacità giuridica, né possono disporre dei propri beni né accedere ai pubblici uffici. Impegno intellettuale che non sfuggì a Francesco De Sanctis che la chiamò al ministero della Istruzione, mentre veniamo a sapere le percentuali delle donne che scelsero l’insegnamento, in funzione libertaria, e sostituendo i maschi che lasciavano per il basso stipendio.

Ma sappiamo pure i nomi delle prime laureate, per lo più di famiglie straniere, mentre l’autore si addentra nel Novecento, dai primi turbolenti anni, ma ricchi di passione politica al femminile in un regime liberal-democratico, al fascismo e alla Resistenza, mentre si gettano le basi della democrazia con le 21 costituenti della Repubblica, comprese le donne della Prima repubblica e quelle di Berlusconi. 175 anni di storia attraverso un’altra storia, densa e affascinante, che solo in questi anni inizia ad essere insegnata: quella al femminile.