
Educare i maschi a essere uomini felici, indicando loro modelli credibili e affidabili in funzione sia del loro sviluppo armonico e sia, soprattutto, nel rispetto nei confronti dell’umanità, dentro cui sta l’universo, e non solo maschile e femminile. Per questo, educare gli uomini significa pure educare le donne ad uguale attenzione verso l’altro da sé che è anche il maschile, in un armonico sviluppo di interesse e di considerazione.
Questa premessa per dire che una sana educazione, basata, come si diceva, soprattutto sull’esempio, potrebbe riuscire a frenare la selva sempre più numerosa dei femminicidi che in questo tempo di passaggio di idealità e di visione del mondo stanno invadendo le cronache con la disperazione di tante famiglie.
Per questo, quando si parla di principi autentici, come la giustizia sociale, l’uguaglianza, il rispetto e la dignità della persona, si vuol dire che le agenzie educative, dalla famiglia alla scuola, hanno il dovere di intervenire per tagliare quella selva aspra e forte che sta infestando le coscienze e conducendo alla soppressione di molte, troppe donne.
Da qui il libro, pregevole per contenuto e per riflessione, per ricerca e intuizione critica, di Federica Benassi, “L’educazione dei maschi. Per un mondo senza femminicidi. Per le generazioni di domani, più giuste e più uguali”, Minerva, pp. 184, 16,90 euro, nel quale vengono indagate le cause genetiche ed etologiche ma anche quelle storiche e culturali che portano alle efferatezze dei femminicidi, per arrivare a indicarne le soluzioni, all’interno di una società, non solo in fase di repentino cambiamento, ma anche smarrita nel suo percorso.
Anche in funzione di tali obiettivi, l’autrice attinge a dati, storie e studi sul tema, approdando a una risposta che chiama in causa anche la comunicazione genitori-figli e scomoda una parola abbastanza nuova: figliarcato, cara a Crepet
E dunque una società che non si raccapezza, smarrita, inceppata dentro ansie visibili e intuibili sia nella crisi demografica, che denuncia lavori precari e assenza di servizi adeguati, sia nella rinuncia al progetto educativo che le famiglie dovrebbe possedere, mentre mantenere un figlio diventa sempre di più un lusso.
Educazione dei maschi anche in funzione di un diverso approccio nei confronti del patriarcato, ancora presente nella nostra società perché su di esso per secoli la nostra civiltà si è basata e che molto spesso è lo strumento ideologico alla base di una presunta supremazia che può portare, come lo ha portato, alla uccisione.
Su questo versante, Benassi, esperta di comunicazione e relazione con le famiglie, porta pure numerose e significative esperienze di tanti educatori, consapevoli del fatto che l’educazione dei giovani al rispetto è l’unica strada possibile per un cambiamento, verso modelli della società e della famiglia più giusti e più uguali.