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Liceo Made in Italy: i primi nodi arrivano al pettine, studenti “invitati” a cambiare la scelta? L’opposizione chiede spiegazioni a Valditara

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I primi nodi stanno arrivando al pettine, ma è probabile che nelle prossime settimane la situazione dell’avvio del liceo Made in Italy si complichi parecchio.

Nella giornata del 17 la senatrice PD Simona Malpezzi è intervenuta per segnalare un caso che si sta verificano in Lombardia: “Ritengo molto grave la scelta del dirigente del’Istituto Munari di Crema che ha deciso di attivare la classe del Liceo del Made in Italy nonostante abbia ricevuto una sola iscrizione. Una forzatura inaccettabile che lede il diritto di scelta di studenti e famiglie”.
Afferma Malpezzi: “E’ inaccettabile che si proceda d’imperio senza rispettare la volontà dei ragazzi e delle loro famiglie che a Crema avevano scelto in larga maggioranza, quasi in totalità, tranne uno, l’opzione economico-sociale e adesso sono costretti a scegliere tra il Liceo Made in Italy o ad essere sottoposti ad un assurdo sorteggio”.

Da quanto dichiara la senatrice dem pare di capire che a Crema si farà comunque una sezione di “Made in Italy” con il risultato che un certo numero di studenti che hanno scelto l’economico-sociale “tradizionale” dovranno migrare nel nuovo indirizzo.
“La riforma – aggiunge Malpezzi – è nata male e di corsa e non è un caso quindi che le famiglie abbiano liberamente scelto di non iscrivere i propri figli ad un percorso rispetto al quale non si conoscono neppure le indicazioni per gli anni successivi al biennio”.
Conclude la senatrice: “Si tratta di una situazione inammissibile per cui chiederemo spiegazioni al Ministro Valditara”. Pensano davvero di poter imporre l’iscrizione al Liceo del Made in Italy?”

Sulla stessa posizione la senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra Aurora Floridia che segnala: “All’Istituto Munari, a Crema, dove c’è stata solo un’unica iscrizione. Il dirigente della scuola ha deciso di risolvere la questione così, attivando comunque la classe con gli studenti che invece hanno scelto la vecchia opzione “economico sociale”, che sono un totale di 48 alunni. Una vergogna. Poco importa dei desiderata dei ragazzi, siamo arrivati alla dittatura scolastica?”

Per la verità nel tardo pomeriggio di sabato è arrivata una novità, una dichiarazione del preside della scuola, riportata dalla testata “La Provincia”: “Stiamo terminando la fase di valutazione delle domande, prevista alla conclusione delle iscrizioni online. Confermo che, senza adesioni volontarie da parte delle famiglie, il liceo del Made in Italy non partirà, ma attiveremo due classi di liceo economico-sociale, come richiesto dalle famiglie”.
In pratica, la scuola proporrà agli iscritti all’economico-sociale di spostare l’iscrizione sul Made in Italy, ma, se non ci saranno adesioni, il Made in Italy non si farà.
Che è esattamente ciò che – con buona pace di tutti – succederà in molti altri licei d’Italia dove lo scarso numero di iscrizioni non consentirà di avviare i nuovi percorsi, considerati assolutamente strategici dal Governo.