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Lim e computer, a scuola ci sono ma si usano poco: docenti e presidi sotto accusa

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Computer, tablet, lavagne interattive, laboratori multimediali: nelle scuole italiane il problema non è più la mancanza di tecnologia, ma il grado tecnologico decisamente arretrato e la mancanza di connessione internet adeguata. Ora, però, c’è anche un’altra grave mancanza: quella del mancato utilizzo degli strumenti.

Seppure arretrate tecnologicamente, negli istituti la maggior parte delle attrezzature sono comunque funzionanti e utili per delle lezioni o degli esperimenti scolastici. Il problema è che in molti casi non si riescono a impiegarle nella didattica di ogni giorno.

Lo dice anche l’Osservatorio Scuola Digitale Skuola.net

Il dato è contenuto nell’annuale Osservatorio sulla Scuola Digitale di Skuola.net – realizzato sulla base di 7.000 studenti di scuole medie e superiori intervistati dal portale tramite una web survey -, dal quale emerge, ad esempio, che il 35% degli studenti dichiara di avere un’aula computer nella propria scuola, ma di non utilizzarla mai; inoltre, il 6% non usa la Lim anche se è disponibile (nell’88% dei casi), mentre il 45% dei ragazzi non può usare il telefono come supporto e integrazione per le spiegazioni dei docenti e il 10% (percentuale che sale al 15% se si considerano solo gli studenti del Mezzogiorno) non ha mai assistito a una lezione svolta col supporto di materiale multimediale.

Le carenze, spiegano i realizzatori della ricerca, sono dovute anche “alla mancanza di connessione, sia Wi-Fi che via cavo LAN; una situazione che si verifica nel 34% dei casi”.

Il commento

Si tratta di numeri “molto allarmanti – commenta Skuola.net – soprattutto se contestualizzati con l’identikit dei ragazzi che frequentano le scuole oggi, ovvero la cosiddetta Generazione Z. Studenti nati nell’era digitale, con le conoscenze su pc e smartphone impresse nel DNA. Nozioni raramente sfruttate nel migliore dei modi dagli insegnanti e dai presidi, basti pensare che circa la metà degli intervistati (il 47%) non ha imparato quasi nulla di tutto ciò che sa delle nuove tecnologie grazie alla scuola”.

“Questo anche perché in 2 casi su 3 la scuola non si è mai preoccupata di organizzare corsi specifici, volti a migliorare le conoscenze degli studenti su, ad esempio, coding, programmi, sistemi operativi e stampanti 3D. Né tantomeno sulla sicurezza e il comportamento adeguato da tenere online, visto che il 40% (48% al Sud), non ha mai avuto l’opportunità di seguire a scuola lezioni contro i rischi della Rete”.

I numeri sulla tecnologia in Italia

Solo pochi giorni fa, La Tecnica della Scuola aveva riportato l’intervento del sottosegretario all’Istruzione Lucia Azzolina, quando nel corso della trasmissione “Progress”, su Sky Tg24, ha detto che “nella scuola italiana, che è una grande comunità scientifica, ci sono molte innovazioni” e “ora dobbiamo diffondere le buone pratiche. Passare dall’aula tradizionale all’aula laboratorio”.

Sull’importanza della tecnologia nell’istruzione si è sofferma anche l’ultimo rapporto Eurydice, dal titolo “Digital Education at School in Europe” (a disposizione anche la sintesi “Eurydice Brief Digital Education at School in Europe”).

Il problema, avevamo scritto, è che questi auspici vanno a cozzare con il grado di informatizzazione della scuola italiana, che purtroppo rimane decisamente basso.

In base all’indice digitale europeo Desi per il 2018, per il quarto anno consecutivo, nonostante dei leggeri passi avanti, il nostro Paese si colloca quasi all’ultimo posto in Europa nell’ambito delle competenze e dell’utilizzo del digitale: l’Italia si conferma infatti, solo al 25esimo posto su 28 membri della UE. L’unica nota positiva è la crescita della copertura della Fibra ottica in fase di forte recupero passando dal 23esimo posto al13esimo.

È indicativa, inoltre, la denuncia del sindacato Gilda degli Insegnanti, che ha raccolto le testimonianze di diverse scuole, dalla quali sono giunte lamentele perchè sono palesemente “carenti di mezzi informatici, con i dirigenti scolastici che ‘invitavano’ i docenti a portare i pc personali per metterli a disposizione degli alunni”.

L’obsolescenza

Il problema, spesso, non è tanto la mancanza di computer, ma la loro obsolescenza, la scarsità di sistemi operativi e software moderni. Anche le connessioni ad internet sono lente e difficoltose.

Insomma, per una didattica laboratoriale servono prima di tutto le attrezzature adeguate. A meno che non si vogliono usare gli smartphone e i tablet degli studenti.

Ma anche da parte nostra, infine, era emerso il problema “della mancata formazione dei docenti a svolgere didattica di questo genere: l’aggiornamento professionale, su questo versante, dovrebbe quindi essere più motivato e indicato non più come facoltativo”.