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L’impatto delle chiusure COVID-19 su docenti e studenti: il report ripreso dal New York Times

L’emergenza sanitaria da COVID-19, fatta di contagi, disposizioni e strumenti preventivi, ha messo in ginocchio il sistema sanitario di alcuni stati USA, i quali hanno dovuto ricorrere a severissime misure per ovviare l’innalzamento dei contagi. Le scuole, luogo di principale raccolta e dunque diffusione dell’agente virale sono state talvolta chiuse per periodi prolungati o temporaneamente a seconda dell’incidenza dei contagi nell’area in oggetto. Il passaggio delle lezioni alla DAD, criticato ampiamente dei principali pedagoghi locali, ha spaccato anche il panorama politico interno: alcune forze politiche non erano favorevoli in quanto le limitazioni alle quali la didattica era sottoposta costituivano fonte di dibattito interno data la complessa situazione sanitaria; d’altra parte l’incidenza dei contagi obbligava le autorità sanitarie a tenere gli istituti scolastici chiusi, con passaggio delle lezioni in remoto, con tutta una serie di conseguenze (calo attentivo, peggioramento generale delle prestazioni e del rendimento scolastico, ansia sociale e disturbi correlati). Per i docenti, oltre alle consuete problematiche legate al controllo diretto sulle attività ed organizzazione delle stesse via etere persistevano demotivazione, disturbi correlati all’ansia e depressione. Valutiamo in dettaglio quanto reso noto dai recenti dati USA con le relative considerazioni a margine relativamente a come le scuole nel loro complesso hanno affrontato chiusure ed emergenza sanitaria.

I nuovi dati

Lo scorso mercoledì il Dipartimento federale dell’Istruzione ha pubblicato una nuova serie di dati relativi all’anno scolastico 2020-21, il primo anno accademico completo durante la pandemia di COVID-19. Ciò contribuisce a comprendere meglio come il sistema educativo ha risposto al nemico invisibile e i disagi ivi causati. Una statistica che riassume il numero di scuole che hanno sperimentato forti disagi nella gestione del personale e degli studenti in questa delicata fase: 88%. Questa è la percentuale delle 97.600 scuole pubbliche del Paese che hanno operato in modalità ibrida durante l’anno scolastico 2020-21, con pochi studenti che hanno ricevuto un anno intero di apprendimento in presenza. Le nuove statistiche provengono dalla Civil Rights Data Collection, un sondaggio obbligatorio di tutte le scuole pubbliche negli Stati Uniti, amministrato dal Dipartimento dell’Istruzione e condotto in genere ogni due anni.

A causa dei ritardi legati alla pandemia, l’ultima raccolta di dati ha riguardato l’anno scolastico 2017-18. Ricercatori, educatori e giornalisti aspettano da anni con ansia di vedere i numeri aggiornati. L’indagine mostra che durante l’anno scolastico 2020-21 la carenza di personale scolastico chiave è stata comune, un problema che si è protratto anche dopo il picco della pandemia. Nell’anno 2020-21, più di un quarto delle scuole impiegava insegnanti non certificati e il 24% non aveva consulenti a supporto del personale scolastico. E dei 49 milioni di studenti delle scuole pubbliche del paese, quasi 1,7 milioni frequentavano una scuola con un agente di polizia o una guardia di sicurezza ma senza un consulente scolastico, una statistica che Miguel Cardona, il Ministro dell’Istruzione degli Stati Uniti, ha evidenziato mercoledì durante la presentazione dei lavori.

L’anno scolastico 2021 – 22 e l’impatto sui docenti

Nell’anno scolastico 2020-21 i tassi di disciplina e rendimento dei docenti sono diminuiti. Ma i funzionari federali hanno avvertito che queste cifre non dovrebbero essere confrontate con i dati precedenti, perché gli edifici scolastici fisici erano, in gran parte, parzialmente o completamente chiusi. Ciononostante, la dura disciplina e le disparità razziali tra docenti e studenti non sono scomparse, nemmeno in tenera età. Quasi 1.000 studenti della scuola materna sono stati sospesi. Sebbene i bambini di colore costituiscano il 17% della popolazione prescolastica, rappresentano il 31% di coloro che hanno ricevuto sospensioni dalla atttività scolastiche. C’erano anche significative disparità razziali nell’accesso ai corsi avanzati, una priorità per l’amministrazione Biden.

Le scuole superiori con un alto numero di studenti neri e latini avevano meno probabilità di altre scuole superiori di offrire calcolo e informatica. E il 39% di tutte le scuole medie pubbliche non offrono l’algebra, il che può impedire agli studenti di accedere alla matematica avanzata nelle classi successive. “Abbiamo passato anni a combattere il Covid”, ha dichiarato pubblicamente Cardona. “Ora dobbiamo combattere l’autocompiacimento”. Per i docenti si evidenziano dei rischi seri relativi ad ansia da prestazione – legati al calo di rendimento evidenziato dal report 21 – 22 – determinati anche allo sviluppo latente di disturbi depressivi legati alle dinamiche di chiusura dei singoli istituti. La scarsa aggregazione sociale, sostiene il report, ha favorito la comparsa latente di disturbi tra il personale scolastico.

Andrea Maggi

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