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Maestra schiaffeggiata a Napoli dai genitori di un alunno, il rispetto per i docenti dov’è finito? Uil: finiamola di parlare di scuola con superficialità

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Ancora un caso di aggressione da parte dei genitori di un alunno verso un insegnante: stavolta i fatti si sono verificati in una scuola di infanzia del napoletano, l’Istituto Comprensivo Cariteo di Napoli, dove dei genitori la mattina del 26 settembre si sono scagliati contro una docente di 59 anni, probabilmente contrariati dai metodi di insegnamento della maestra: la coppia, appena fuori dalle aule, avrebbe colpito la maestra con uno schiaffo in faccia e sembrerebbe anche lanciato contro di lei un portapenne di metallo. La docente è stata medicata all’ospedale San Paolo, dove le è stato riscontrato uno “choc emotivo e una contusione cranica, con cinque giorni di prognosi.

Vannini: le ritorsioni non sono compatibili con paesi civili

Il fatto, purtroppo, non è isolato. “Nella nostra regione i casi di insegnanti aggrediti hanno assunto toni non più tollerabili. Far bene il proprio lavoro non deve essere motivo di ritorsioni in un paese civile”, ha commentato Roberta Vannini, segretaria regionale della Uil Scuola Rua Campania.

La sindacalista campana ha aggiunto: “non si possono scaricare le proprie frustrazioni sul personale della scuola. Il problema è culturale e come tale per essere risolto è necessario investire sulla valorizzazione sociale di chi lavora nelle scuole”.

D’Aprile: violenza e aggressioni verso i prof in aumento

Anche da parte del segretario generale Uil Scuola Rua, Giuseppe D’Aprile, giungono parole di solidarietà all’insegnante della scuola dell’infanzia aggredita dai genitori di un alunno.

“Senza una cultura del rispetto nei confronti del personale della scuola – dice D’Aprile – questi episodi non potranno che aumentare. Una società che regola la propria convivenza con la violenza è una società che va verso il declino”.

Il leader nazionale della Uil Scuola si sofferma anche sul fatto che “le aggressioni da parte degli alunni agli insegnanti sono in aumento: dobbiamo chiederci perché tutto questo accade. Un’idea me la sono fatta: perché per la scuola e per il personale che vi lavora c’è poco rispetto, scarsa considerazione e valorizzazione sociale”.

D’Aprile ritiene che “bisogna fare molta attenzione a parlare di scuola con superficialità, trattandola bene anche attraverso una maggiore considerazione del personale che vi lavora. È un processo giornaliero che parte dalle parole. Una di quelle è rispetto”.

La “stretta” è partita dal Ministero

Del tema dell’autorevolezza da dare ai docenti, qualche giorno fa ha parlato anche il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, nel corso del suo intervento a Forlì, durante l’inaugurazione dell’anno scolastico.

“Se lo studente è al centro – ha detto il ministro – nessuna scuola può avere senza insegnanti motivati. La professione docente non è giustamente retribuita. Dobbiamo ridare autorevolezza alla figura del docente. Da qui la tutela legale, l’uso appropriato del cellulare a scuola, il voto di condotta e la riforma della sospensione (attraverso un disegno di legge che però vedrà la luce in tempi non strettissimi n.d.r.) per dare più forza ai docenti, la necessità di chiarire le norme per evitare che le decisioni dei docenti vengano stravolte dai procedimenti giudiziari”.

Nell’augurare, infine, buon anno scolastico a studentesse e studenti, Valditara ha concluso sostenendo che “la scuola come comunità educante ha bisogno di rispetto, verso i docenti, gli studenti, verso ogni diversità, se sappiamo ricreare una grande alleanza con le famiglie con serenità e fiducia”.