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Merito, Valditara duro su Schlein: la finisca con la retorica, è come l’ultimo dei Mohicani in difesa di una scuola che non c’è più

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“La scuola del presente e del futuro è quella della personalizzazione, che valorizza i talenti di ogni alunno e non dimentica nessuno: chi dice il contrario, come Elly Schlein, difende un’istruzione che non c’è più”: a dichiararlo alla Tecnica della Scuola è il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, nel giorno dell’inaugurazione del nuovo auditorium del liceo classico “Ugo Foscolo” a Pavia, rispondendo alle accusa rivolte nei suoi confronti dalla segretaria del Pd.

Se Elly Schlein “bolla” l’attuale Governo come promotore di disuguaglianze, a partire dall’Istruzione definita classista, il prof universitario responsabile del dicastero di Viale Trastevere replica sostenendo che il modello che sta portando avanti è quello di una scuola democratica, tutta incentrata sulla personalizzazione degli apprendimenti. Una logica, sottolinea, che non esclude proprio nessuno.

“Noi guardiamo ai bisogni, alle abilità, ai talenti – ha detto Valditara alla nostra testata giornalistica – , quindi Schlein dovrebbe finirla con questa sua litania piena di retorica e di slogan”.

Secondo il ministro dell’Istruzione e del Merito, certa Sinistra “è rimasta, come l’ultimo dei Mohicani, a difendere una logica superata che non c’è più. È nostalgica evidentemente della scuola del passato”, ribadisce Valditara.

Poco prima, il ministro dell’Istruzione e del Merito aveva espresso il concetto davanti a 400 partecipanti, sostenendo che in ogni bambino e ragazzo c’è un preciso modello di intelligenza e lo Stato, attraverso la scuola, deve cercare di esaltare le peculiarità di ognuno.

Valditara, quindi, aveva sottolineato che la scuola del merito è quella che non privilegia nessuno, per questo innesca quelle sfide democratiche che portano a valorizzare ogni alunno.

E ancora: la scuola del futuro, ha aggiunto il Ministro, è fatta della ricerca dei talenti che ognuno ha dentro sé. Ed è esattamente quello, ha chiosato il numero uno del dicastero bianco, che intendevano i nostri padri della Costituzione: prima i cittadini, dopo lo Stato.