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Metà degli adolescenti LGBTQ giapponesi pensa al suicidio

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Secondo il sondaggio condotto dall’organizzazione no-profit ReBit, il 48,3% degli adolescenti Lgbtqia+ giapponesi ha considerato il suicidio nell’ultimo anno, percentuale di quattro volte superiore rispetto alla stessa fascia di età in Giappone. 

Del totale, il 14% ha anche effettuato almeno un tentativo di togliersi la vita. Tra gli oltre 3mila intervistati, il 91,6% ritiene di non poter trovare consiglio o conforto in genitori o amici.

Il presidente dell’associazione ha commentato: “Le autorità, sia a livello nazionale che locale, dovrebbero prendere molto seriamente questi dati e comprendere i rischi che corrono i giovani Lgbtqia+, pensando a misure adatte a prevenire i suicidi, ma ancor prima il disagio e l’emarginazione sociale”.

Ma che significa LGBTQIA+? È  un acronimo di Lesbica, Gay, Bisessuale, Transgender e transessuale, Queer, Intersessuale, Asessuale, mentre Il più (+) ingloba altri orientamenti sessuali e/o identità di genere.Per molti adolescenti l’orientamento sessuale e l’identità di genere rappresentano uno spettro ampio. La percezione del proprio orientamento sessuale e identità di genere può essere poco chiara nel presente e/o potrebbe cambiare in futuro.
La loro marginalizzazione in famiglia, a scuola o nello sport ha un impatto negativo e li porta a percepirsi come sbagliati. Questo può pregiudicare la loro crescita, il rendimento scolastico, l’inserimento nel gruppo dei pari, in casi estremi può spingere al suicidio.

La Convenzione sui Diritti del Fanciullo (N.Y. 1989) ha previsto una tutela specifica per bambini e adolescenti, anche LGBTI.