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Ministro Bianchi, più musica a scuola

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Sostiene il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi: “C’è troppa poca musica nella nostra scuola io sento spesso sia il maestro Muti sia le bande civiche che possono diventare scuole di musica a supporto della scuola […]”.

Eh no, caro Ministro dell’Istruzione! Le bande civiche facciano le bande civiche, e la scuola faccia la Scuola! Abbiamo due norme eccellenti, pur con le loro incompletezze: il Decreto Ministeriale n. 201 del 6 agosto 1999, che riconduce a ordinamento i corsi  delle Scuole Medie a Indirizzo Musicale, e il D.M. n. 8 del 31 gennaio 2011, che introduce le Attività Musicali nella Scuola Primaria. L’incompletezza degli Indirizzi Musicali della Secondaria di I grado risiede nell’organico, che esclude una serie di strumenti classici, per esempio l’organo e la viola, e non prevede lo studio degli strumenti del pop-rock, molto più vicini al “vissuto musicale” dei preadolescenti. Le Attività Musicali alle Elementari sono condizionate dalla volontà dei ministri passati, responsabili di aver applicato il principio de “La scuola dei fichi secchi”, cioè promuovere nobili e meno nobili iniziative, ovviamente “[…] senza oneri per questa Amministrazione”. Di conseguenza, un docente di Musica dell’ex “Potenziamento” potrebbe insegnare nelle classi terze, quarte e quinte della Primaria, grazie a un Preside illuminato, mentre un professore di Strumento che volesse richiedere un’utilizzazione nell’ambito del D.M. 8/2011, riceverebbe una porta in faccia dal Provveditorato…

Parafrasando Winston Churchill, ho contezza per esperienza diretta decennale di quanto sudore, lacrime e fatica ci è costato ottenere l’istituzione degli Indirizzi Musicali richiesti dai genitori sardi per i loro figli. Le Ordinanze del Tribunale Amministrativo Regionale per la Sardegna n.252 e n. 253 del 2019, hanno indicato in modo inequivocabile che “[…] in presenza del numero minimo di richieste da parte degli alunni, […], i corsi ad indirizzo musicale devono essere obbligatoriamente istituiti; che, stante la natura obbligatoria dell’attivazione dei corsi, non può costituire impedimento ostativo la mancata previsione delle necessarie risorse di personale e finanziarie.”. Il problema dovrà essere affrontato anche per i Licei Musicali, ancora oggi limitati nel numero dei corsi e nella scelta degli strumenti, nonostante la nuova normativa a favore del jazz e del pop-rock.

Caro ministro dell’Istruzione, Prof. Patrizio Bianchi, dovrebbe ricordare al Presidente Draghi alle sue Colleghe e ai suoi Colleghi di Governo di abrogare il Decreto legislativo n. 60 del 13 aprile 2017, e inviare ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali una direttiva che promuova l’istituzione delle Attività Musicali in tutte le Scuole Primarie d’Italia e l’apertura dei nuovi corsi a Indirizzo Musicale alle Medie,  nel rispetto delle richieste delle famiglie degli iscritti, oltre all’implementazione del numero delle sezioni dei Licei Musicali, a tutela del diritto allo studio degli studenti risultati idonei. Quanto alle “bande civiche”, esse continueranno a far parte della Filiera dell’Educazione Musicale Diffusa, nella prospettiva di una collaborazione Scuola-Territorio. Ma, parafrasando uno slogan sanremese, “La Scuola è la Scuola!”.

Antonio Deiara

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