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Moige: 24% minori naviga da solo, come proteggere i minori dai contenuti di sesso proposti on line

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“Google e Yahoo devono proteggere i bimbi dalla presenza di contenuti e immagini inadatte ai minori nella rete, coinvolgendo anche le famiglie”: a chiederlo è il Moige, Movimento italiano dei genitori, che ha ricordato come in Italia la protezione dei minori dai contenuti con argomenti di sesso proposti da Internet sia una vera emergenza.
Secondo i dati (fonte Swg) forniti il 14 febbraio dal Moige, il 24% dei genitori italiani lascia che il figlio navighi da solo e il 47% lo controlla solo saltuariamente. Quindi nel nostro Paese solo il 29% dei minori viene costantemente seguito durante la connessione. Nel 45% dei casi il computer è nella camera dei genitori e nel 29% in una stanza centrale della casa, ma c’è anche un 25% dei genitori che lascia il pc in camera dei figli.
In una casa su quattro dunque il terminale connesso ad Internet è così a completa disposizione dei ragazzi ed è difficilmente controllabile dagli adulti. “Emerge con chiarezza – ha dichiarato Elisabetta Scala, responsabile dell’Osservatorio media del Moige – il ruolo di responsabilità che investe motori di ricerca come Google o Yahoo (ma anche gli altri) nel cercare di proteggere i minori dai contenuti erotici proposti dalla rete“.
L’occasione che rilancia l’appello-accusa arriva dall’annuncio della più grande azienda Usa di produzione di materiale per adulti, la ‘Vivid Entertainement’, che nello stesso giorno ha chiamato in causa i colossi della rete e lanciato una campagna per proteggere i bambini dall’accesso a materiale per adulti.
E’ significativo che si sia arrivati al punto – ha affermato Scala – di ricevere sollecitazioni da chi produce sesso per operare in direzione della protezione dei bambini su internet: da anni diciamo che i bambini vengono lasciati troppo soli davanti alla rete, e che questo li espone a pericoli di ogni genere: da qui la necessità di una presa di responsabilità da parte degli operatori del settore“.

Ma il rischio – denuncia il movimento dei genitori – è anche a scuola: il 64% degli insegnanti non ha seguito corsi sui pericoli on line, e in una scuola media su cinque i pc non dispongono di filtri per i minori.
In attesa che la prevenzione (affiancata ad una minima alfabetizzazione informatica) venga in qualche modo fatta propria da famiglie e scuola, per il Movimento italiano dei genitori non vi sono altre soluzioni che introdurre “paletti” di accesso: “è necessario – conclude il Moige – che i motori di ricerca e le case produttrici di software uniscano le forze per progettare assieme alle famiglie modelli tecnologici di filtro e iniziative formative che possano far da contrasto all’esposizione dei minori a contenuti di carattere sessuale sulla rete“.