“A Stromboli il diritto allo studio non è garantito”: l’accusa arriva dalle famiglie degli alunni della piccola isola delle Eolie, dove da diversi giorni l’attività scolastica risulta interrotta a causa delle cattive condizioni climatiche.
Già lo scorso anno, all’avvio delle lezioni, i mezzi di informazione nazionali si erano occupati della scuola di Stromboli per la quale non si trovavano insegnanti.
Questa volta però le famiglie non ci stanno a sentirsi dire che la colpa è del mare agitato e in una lettera indirizzata alle diverse autorità competenti scrivono: “La ragione è un’altra: la legge che regola il sistema scolastico nazionale mal si adatta a una scuola “circondata dal mare”. A Stromboli non abbiamo nemmeno un insegnante residente: sono tutti pendolari, viaggiano quasi ogni giorno, andata e ritorno dalla provincia di Messina”.
“In poche parole – aggiungono i genitori – la nostra scuola dipende interamente dai “capricci del mare” e, spesso, dai sacrifici degli insegnati. Stromboli, tra le isole Eolie, è la più lontana dalla Sicilia, raggiungibile solo da Milazzo con aliscafi che impegano circa tre ore di navigazione. Il mare qui è una realtà quotidiana, non una “calamità naturale”; il maltempo in inverno è la norma, non l’eccezione! Così, può accadere (e di fatto accade) che i collegamenti con la terraferma siano interrotti non solo per alcuni giorni ma, sempre più spesso, per intere settimane”.
E allora a Stromboli da un lato protestano perché “la legge italiana non stabilisce obbligo di residenza per gli insegnanti in servizio sulle isole, e non si preoccupa di stabilire norme diverse per territori particolari, zone geograficamente svantaggiate” e dall’altro chiedono che il Parlamento si affretti ad approvare il ddl presentato dall’onorevole Siragusa a favore delle aree di montagna e delle isole minori.
E’ facile però prevedere che l’appello degli isolani resterà inascoltato anche a causa della ormai imminente conclusione della legislatura.
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