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“Non capisco la matematica”, la metà degli studenti è disperata. L’Astrofisica Vaudo: va ben insegnata ad inizio scuola, antidoto contro disuguaglianze e pro-futuro

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“L’Italia ha il record tra i Paesi Ocse delle persone che dicono di non avere nessuna comprensione nella matematica e di temerla”: a ricordarlo è stata l’Astrofisica Ersilia Vaudo Scarpetta, chief diversity officer dell’European Space Agency.

Nel corso della nuova edizione di “Voci sul futuro”, gli incontri in streaming realizzati da Ansa e ASviS in occasione del Festival dello sviluppo sostenibile e realizzati in collaborazione con A2A, dedicato al Futuro della ricerca scientifica, la nota Astrofisica ha ricordato che “il futuro della diversità si gioca sul tavolo dell’educazione, a cominciare dai primissimi anni di scuola”.

I numeri confermano: è la “bestia nera”

Il problema è che anche gli ultimi dati prodotti dall’Invalsi (uno studente su due esce dalle scuole superiori con competenze matematiche insufficienti) e dall’Istat (ben il 49,9% di allievi non raggiunge i livelli minimi) ci dicono che la matematica continua ad essere la “bestia nera” di tantissimi alunni e studenti.

“Potere fornire a tutti, oltre ogni bias di genere, provenienza geografica, o estrazione sociale, gli strumenti di conoscenza e di senso critico necessari ad essere protagonisti attivi del domani, è urgente, soprattutto in un contesto in cui la ferita delle disuguaglianze continua ad approfondirsi”, ha detto ancora Vaudo all’agenzia Ansa.

La strada di un cambiamento duraturo e radicale, secondo la sua analisi, passa anche dalla matematica che è un “abilitatore di futuro e di pari opportunità“.

“Nessuno va lasciato dietro quel muro”

“Nessuno – ha continuato la dirigente Esa – dovrebbe essere lasciato dietro quel muro. È da qui che passa la possibilità di fornire ai ragazzi competenze” scientifiche “che saranno sempre più richieste e di garantire una alfabetizzazione ormai indispensabile per esercitare una cittadinanza consapevole e sapersi orientare in un mondo in rapido cambiamento”.

Vaudo, che ha lavorato all’Agenzia Spaziale Europea, ha detto anche che avvicinare i giovani alle discipline scientifiche significa affascinarli.

“Due anni fa ho fondato e sono la presidente di un’associazione che si chiama Il cielo itinerante e porta il cielo dove non arriva. Portiamo nelle zone di disagio – abbiamo toccato più di 60 comuni – la possibilità di sporcarsi le mani con la scienza. Cucinare comete, costruire razzi e la sera far vedere ai bambini gli anelli di Saturno”, ha concluso l’Astrofisica.