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Nuovo decreto, misure scuola infanzia: un salto da 1 a 5 contagi per lo stop alla presenza

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Per la scuola dell’infanzia il nuovo decreto porta con sé un completo ribaltamento delle precedenti misure. Ci avevano spiegato che a ragione della presenza di bambini non vaccinati e della mancanza di mascherine era giusto, nel sistema 0-6, che al primo contagiato si mandassero tutti i piccoli alunni a casa. Oggi il Governo, a nemmeno un mese dal rientro in classe, stravolge le misure e porta a 5 il numero di positivi necessario per sospendere le lezioni in presenza.

Misure scuola infanzia

Dalle bozze in circolazione del nuovo decreto e da quanto spiegato dal ministro Bianchi e dal ministro Speranza in conferenza stampa, nel sistema integrato 0-6, fino a quattro casi di positività accertati tra gli alunni presenti in classe, l’attività didattica prosegue per tutti in presenza con l’utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2 da parte dei docenti fino al decimo giorno successivo alla conoscenza dell’ultimo caso accertato positivo.

In tali casi, è fatto comunque obbligo di effettuare un test antigenico rapido o molecolare o test antigenico autosomministrato alla prima comparsa dei sintomi e, se ancora sintomatici, al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto. In caso di utilizzo del test antigenico autosomministrato l’esito negativo è attestato tramite autocertificazione.

Con cinque o più casi di positività nella stessa sezione o gruppo classe, si applica alla medesima sezione o al medesimo gruppo classe una sospensione delle attività per una durata di cinque giorni.

Le dichiarazioni del Ministro Bianchi

“Per i ragazzi più piccoli abbiamo lavorato molto. Oggi per i bambini dell’infanzia è a 5 positivi che scatta la lampadina rossa”. Così il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi nella conferenza stampa del 2 febbraio, a commento delle nuove misure nel decreto approvato in Cdm.

Sempre il ministro Bianchi: “La DaD non è il male assoluto. Per molti studenti è stata una grande risorsa. Non stiamo colpevolizzando la DaD, ma la nostra scelta è quella di privilegiare le lezioni in presenza, dando il segno che l’elemento di sicurezza sono le vaccinazioni”.

E conclude: “Stiamo marciando verso una nuova normalità ma con tutta la cautela che serve, perché il virus c’è ancora”.

Lo strappo con la Lega

In relazione al parziale strappo con la Lega, sebbene il ministro rivendichi armonia e senso di responsabilità in tutte le parti di Governo e relazioni serene anche con il partito di Matteo Salvini, precisa: “Vi è un’attitudine del Governo a discriminare? No ma vi è una chiara indicazione da seguire: bisogna accelerare sulle vaccinazioni, anche per i bambini e le bambine. E ricordiamo che nel concetto di vaccinati rientrano anche i guariti”.