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Ocse: più brave le ragazze, ma la matematica rimane il loro tallone d’Achille

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Ancora dei dati internazionali che confermano la maggiore propensione allo studio e alla comprensione scolastica da parte delle studentesse. Il genere femminile, però, nella matematica e nelle scienze ha sempre il suo tallone d’Achille. A rilevarlo è un rapporto Ocse sull’uguaglianza nella scuola, basato su dati dei test Pisa 2012, pubblicato il 5 marzo.

Nel nostro Paese, in particolare, il gap tra il risultato medio generale delle ragazze e dei ragazzi è di 18 punti. Ora, però, se è vero che le quindicenni hanno risultati scolastici migliori dei loro coetanei, si trovano più in difficoltà con matematica e scienze. E spesso solo per mancanza di fiducia nelle proprie capacità.

In matematica, in particolare, la percentuale di top performer è nettamente più elevata tra i maschi che tra le femmine, con un gap di 5 punti percentuali, il sesto più ampio tra i Paesi Ocse. Questa differenza, sostiene l’Ocse, “non ha alcuna motivazione innata”, come prova il fatto che ci sono Paesi in cui le ragazzine hanno risultati uguali o migliori dei coetanei maschi in matematica.

La spiegazione sta invece nelle “sensazioni sulle proprie abilità” degli studenti: “le ragazze credono meno nelle proprie capacità in matematica e scienze, e sono afflitte da una maggiore ansia per la matematica”. Nell’insieme dei Paesi Ocse, quindi, le ragazze che dicono di “non essere brave in matematica” sono il 50%, contro il 37% dei ragazzi, mentre quelle che ritengono di “imparare in fretta” in questa materia sono il 45%, contro il quasi 60% dei maschi. “Questi dati suggeriscono – conclude lo studio – che le disparità di genere in fiducia, motivazione e autostima sono più pervasive e fermamente radicate di quelle nei risultati”.

Dallo studio Ocse, inoltre, è emerso che l’obiettivo di diventare ingegnere, tecnico delle costruzioni, programmatore o esperto informatico in Italia resta una cosa da uomini: solo il 5% delle ragazzine di quindici anni si aspetta di lavorare in uno di questi ambiti nel futuro, mentre tra i maschi la percentuale supera il 20%.

La differenza si fa ancora più ampia, rileva ancora la ricerca, se si esamina il campo di studi scelto per la formazione universitaria. Nel campione di persone esaminate dalla ricerca su skill e competenze degli adulti, sono infatti appena l’1% le donne che hanno seguito studi di ingegneria, meccanica o costruzioni, mentre per gli uomini la quota si avvicina al 25%. In Italia, inoltre, è molto ampio il divario tra maschi e femmine in materia di orientamento: la percentuale di ragazzi che hanno seguito un corso di orientamento universitario o professionale è di quasi 25 punti superiore che tra le ragazze, il gap più ampio tra tutti i Paesi Ocse. 

 

 

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