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Petizione calendario scolastico, la mamma influencer: “La scuola è un servizio che pago, quindi ho voce in capitolo”

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Qualche giorno fa abbiamo trattato il caso delle mamme influencer, componenti di un duo celebre sui social, Mammadim***a, composto da due donne che raccontano in modo originale e anticonformista la genitorialità e il ruolo della donna all’interno della famiglia, che hanno fatto partire una petizione volta a modificare il calendario scolastico italiano, reo di essere caratterizzato da una pausa estiva eccessivamente lunga.

La mamma influencer vorrebbe valutare i docenti

Una delle due oggi, su Instagram, ha deciso di trattare un altro problema annoso della scuola: l’alto numero di supplenti in cattedra. “Il focus della scuola non sono gli utenti, ossia i bambini. La continuità didattica non è un criterio per l’assegnazione delle supplenze”, si è lamentata.

Secondo la donna, inoltre, i genitori dovrebbero far sentire la propria voce e, perché no, valutare i docenti: “Sapere queste cose e provare a cambiarle è nostro dovere come tutori dei nostri figli, poi perché è un servizio che paghiamo e quindi abbiamo voce in capitolo. Io vorrei lasciare dei feedback. Tutti noi veniamo valutati per il lavoro che svolgiamo, perché non c’è valutazione a scuola, che eroga un servizio così delicato? Perché dobbiamo prendere tutto così come, cristallizzato, fermo al Novecento?”, ha concluso.

La petizione è stata firmata anche da Giorgio Gori, sindaco di Bergamo

Nel frattempo la petizione sta avendo molto successo: è quasi arrivata a 20mila firme. A sottoscriverla anche Giorgio Gori, il sindaco di Bergamo, che ha scritto oggi su Twitter: “Per quale ragione la scuola italiana deve fermarsi per più di 3 mesi? Nessun altro Paese, salvo Malta e la Lettonia, ha una pausa così lunga. Le famiglie non riescono a seguire i ragazzi, salvo sacrificare il lavoro delle donne. Tra le famiglie con più di un figlio, la metà non può permettersi le vacanze, e sono pochi i bambini e le bambine che possono partecipare ad attività ricreative. Una pausa estiva così lunga si trasforma in un moltiplicatore di disuguaglianze. Per rafforzare l’azione educativa, contrastare il disagio degli adolescenti e l’abbandono scolastico, liberare il tempo e le capacità lavorative delle donne, è necessario rivedere il calendario scolastico e introdurre il tempo pieno in tutta la scuola dell’obbligo”.