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Pioltello scuola chiusa per Ramadan, Sasso (Lega): “I docenti a favore facciano domanda per lavorare a Pasqua e Natale”

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Il dibattito politico in merito alla decisione di una scuola di Pioltello, nel milanese, di chiudere il 10 aprile, in occasione della festa di fine Ramadan è sempre più infiammato. A inserirsi in esso anche il deputato della Lega Rossano Sasso.

Ecco le sue parole molto provocatorie, secondo quanto riportato da Ultimora.net: “I docenti di sinistra che chiedono di chiudere la scuola per il ramadan in rispetto all’Islam e che non vogliono simboli cattolici, facciano domanda al MIM per restare a scuola dal 28/03 al 03/04/24 (Pasqua) e dal 22/12/24 al 07/01/25 (Natale)”.

Insomma, per Sasso, come d’altronde ha scritto sul suo profilo Facebook, “l’autonomia scolastica non deve ledere la nostra identità”, e se si aboliscono i simboli cattolici è più coerente non rispettarne neanche le festività. “Volete crocifisso e presepe in classe? Non rispettate i musulmani. I vostri bimbi cantano il Natale a scuola? Siete poco inclusivi con l’Islam. Non volete chiudere le scuole italiane per il Ramadan? Razzisti”, ha aggiunto.

Botta e risposta tra Malpezzi e Valditara

Diverso il pensiero di molti membri del partito Democratico, prima tra tutti Simona Malpezzi, che ha attaccato duramente il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara: “Che Salvini non sappia come funzionano le scuole può starci, ma che non lo sappia il ministro dell’istruzione è grave. Nell’ambito dell’autonomia le scuole possono poi decidere come suddividere i giorni, nel rispetto del numero di quelli di lezione previsti. La proposta viene poi votata da collegio docenti e consiglio di istituto (composto anche dai genitori che in questo caso purtroppo sono solo italiani e come la maggioranza degli italiani sono inclusivi). E la scelta nasce per non far perdere lezioni a nessuno, oltre che per la giusta inclusione, stranieri o italiani che siano: non sospendere le lezioni quel giorno significa avere pochissimi bambini in classe e quindi non potere fare scuola. Anche per gli italiani. Bravi tutti, allora. La scelta di iniziare le lezioni un giorno prima, di sospenderle il giorno della fine del Ramadan, non solo è una importante scelta di inclusione e civiltà, ma anche di didattica”.

Malpezzi ha anche invitato il numero uno di Viale Trastevere nella scuola incriminata: “Ministro Valditara le è un po’ più chiaro? O vuole far perdere del tempo prezioso con un’ispezione? E soprattutto: chi restituisce ai bambini e alle bambine, a tutto il personale di quella scuola la serenità che in questi giorni è stata tolta? Lo sa che le sue dichiarazioni hanno portato i giornalisti davanti alla scuola che essendo su più plessi ha avuto difficoltà nel tutelare le uscite didattiche in programma? Lo sa che il dirigente scolastico ha ricevuto minacce e che la scuola è oggetto di pesanti attacchi social? Ministro Valditara, venga a Pioltello, venga a vedere come funziona questa scuola, vada vedere i risultati Invalsi che certificano come questa inclusione sta funzionando. Dimostri di essere davvero il ministro dell’istruzione e del merito”.

La risposta di Valditara non si è fatta attendere: “Rispetto alla vicenda di Pioltello inviterei la senatrice Malpezzi e la deputata Manzi ad evitare polemiche scomposte e strumentali nel rispetto dei ruoli istituzionali e della intera comunità scolastica”, ha scritto su X.

“Condivido quanto detto dal Ministro Valditara in relazione al caso della scuola di Pioltello che ha deciso di sospendere le lezioni in occasione del Ramadan. È giusto che gli uffici competenti del Ministero verifichino le motivazioni di carattere didattico che hanno determinato a deliberare la deroga al calendario scolastico regionale e la loro compatibilità con l’ordinamento. La prima nostra preoccupazione è quella di non ledere il diritto allo studio di alcuno”, questo quanto dichiara la sottosegretaria all’Istruzione e al Merito, Paola Frassinetti.

Verifiche in corso

L’Ufficio scolastico regionale della Lombardia sta facendo delle verifiche sulla scelta dell’istituto. Il ministro ha tenuto a dire che “l’Ufficio scolastico regionale sta verificando innanzitutto se la delibera” della decisione della scuola di mutare il calendario dell’anno scolastico in corso “è stata motivata, perché le delibere in deroga al calendario regionale devono essere sempre motivate“.