Home Attualità Pisa scende in piazza: cinquemila solidarizzano coi ragazzi caricati dalla polizia

Pisa scende in piazza: cinquemila solidarizzano coi ragazzi caricati dalla polizia

CONDIVIDI

Ora doveva arrivare la polizia, ora che in oltre 5000 mila sono scesi in piazza a Pisa per solidarizzare coi ragazzi che sono stati manganellati ieri mattina. 

Anche tutti costoro manifestavano senza permesso e anche costoro hanno invaso le piazze e le strade della città, ma nessuno ha dato ordine di fermarli: e come mai? La legge non è uguale per tutti? E se la scusa per picchiare ragazzini, che finalmente partecipano alla discussione politica, era quella di un corteo non autorizzato, non si capisce perché non siano stati mandati i celerini a fermare questa frazione del popolo pisano, in Piazza contro le violenze e le azioni di forza. Popolo certamente indignato e certamente contrario ad azioni veementi del tipo di come ieri si è visto. 

Cittadini pisani che si sono recati in piazza dei Cavalieri, proprio là dove ieri le  cariche della polizia hanno impedito il passaggio del corteo pacifico degli studenti  pro Palestina,  per esprimere pacificamente solidarietà ai giovani manifestanti. Per dire loro che la città è con loro e al ministro che non si può scagliare contro ragazzi di scuola la forza della polizia equipaggiata per l’antisommossa.  

La manifestazione di ieri sera dei pisani si è svolta pacificamente, vigilata a distanza da un discreto servizio d’ordine di agenti in borghese, ed è stata originata da due distinti presidi convocati alla stessa ora sotto il Comune e sotto la prefettura, rispettivamente dalle forze della sinistra radicale e antagonista e dai partiti del centrosinistra insieme a sindacati e associazionismo. 

Sulla scalinata monumentale, riporta l’Ansa,  della Scuola Normale che si affaccia sulla piazza sono stati affissi striscioni con le scritte “Stop genocidio”, “Palestina libera”, “Basta violenza della polizia” e “No alla violenza delle istituzioni”. 

Scanditi anche slogan “vergogna vergogna”, e “caricateci ora” all’indirizzo delle forze dell’ordine.