Pnrr, 150-200mila euro a scuola non previsti: docenti e Ata coinvolti. La ds Sentili chiede tempo per affidare appalti e formare il personale

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Ha destato una certa sorpresa il doppio decreto ministeriale, che negli ultimi giorni ha assegnato ad ogni istituto, in media, altri 150-200 mila euro derivanti dal Pnrr. Si tratta dei decreti di riparto di risorse in attuazione di ulteriori linee di investimento della Missione 4 Ue: risorse che seguono alle richieste di finanziamento della prima fase completata lo scorso febbraio. Questa seconda doppia tranche di fondi riguarda due ambiti: “Nuove competenze e nuovi linguaggi”, rivolta a studenti e docenti; “Didattica digitale integrata e formazione alla transizione digitale per il personale scolastico”. “La Tecnica della Scuola” ne ha parlato con Valeria Sentili, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo Francesca Morvillo di Roma.

“Senza preavviso – dice la dirigente – quasi per caso abbiamo scoperto di aver ricevuto due nuove fonti di finanziamento: 80.000 euro per la transizione del digitale; 140 mila euro per le competenze di studenti e docenti. Attendiamo fiduciosi le linee guida del Ministero, per capire la tempistica per l’utilizzo di questi fondi, augurandoci che sia almeno su scala biennale perché altrimenti sarebbe un po’ complicato utilizzarli”.

Tanti docenti e Ata già impegnati

Il personale è coinvolto rispetto ai progetti del Pnrr? “Nella prima fase del Pnrr, dedicata all’acquisto delle dotazioni tecnologiche informatiche per l’allestimento di ambienti innovativi di apprendimento, c’è stata un’ampia partecipazione – ha detto la preside – , anche perché ci sono stati dei tempi tecnici per ragionare, riflettere e capire bene che cosa si voleva fare. Per questi due nuovi decreti non abbiamo avuto ancora il tempo materiale per farlo: questo può un po’ impensierire noi dirigenti scolastici, soprattutto per la gestione amministrativo-contabile, perché spesso le scuole si trovano in affanno a livello di uffici di segreteria”.

I motivi di preoccupazione delle scuole

A preoccupare, continua la preside, è “l’affidamento degli incarichi degli appalti”, perché “le procedure amministrativo contabili sono abbastanza impegnative, con una serie di passaggi formali che a loro volta necessitano di competenze da parte del personale dirigente, dei Dsga e degli assistenti amministrativi”.

Più tempo a disposizione, quindi, servirebbe pure a formare gli “attori” in prima linea nei progetti. E non dimentichiamo, continua la ds, che “dal primo luglio entrerà anche in vigore il nuovo codice degli appalti”, per il quale “ci stiamo formando”.

Un fine anno scolastico denso di impegni

La ds Sentili ricorda che in questo periodo “dell’anno scolastico le scuole stanno affrontando già la seconda fase del Pnrr per l’acquisto delle dotazioni tecnologico-informatiche e quindi l’impegno è veramente elevato, anche considerando che parallelamente abbiamo gli impegni quotidiani di gestione della scuola.

Nel mese di maggio e giugno abbiamo gli scrutini finali e gli Esami di Stato, che impegnano tutto il personale e l’amministrazione” con quest’ultima che soprattutto “potrebbe essere sovraccaricata”.

Il ‘no’ dell’Albertelli? Il Consiglio d’Istituto avrà avuto i suoi motivi, ma…

La preside dell’Istituto Morvillo non comprende la decisione presa dal liceo Albertelli di Roma di rinunciare a 200-300 mila euro provenienti dal Pnrr: “Ci siamo lamentati per una vita dei soldi che la scuola non ha mai ricevuto, adesso ne riceviamo tanti, qualcuno dice pure che sono troppi. Però, certamente, mandarli indietro ‘no’”.

Certo, continua Sentili, “il consiglio d’Istituto del liceo Albertelli, un liceo classico che ha una certa tradizione, avrà fatto le proprie valutazioni sulla base dei dati concreti che appartengono ovviamente anche alla storia del liceo stesso”.

Tuttavia, secondo Sentili la tecnologia non contrasta con la scuola: “Noi abbiamo l’insegnamento obbligatorio del latino curricolare, con i nostri alunni che usano l’iPad a scuola al posto del libro di testo: le App li aiutano tantissimo”.

L’uso dell’iPad a scuola è utile

La dirigente ritiene l’esperimento, completato coi fondi del Pnrr, più che riuscito: “c’è stata una ricaduta positiva sugli apprendimenti e sul comportamento dei ragazzi, perché l’uso dell’iPad in classe agevola moltissimo la concentrazione. Certamente, ogni istituto deve fare un ragionamento, una riflessione molto accurata, su cosa serve, anche agli alunni: bisogna procedere con gli acquisti a seconda del fabbisogno della scuola”.

I fondi del Pnrr scaduti a fine febbraio lasciavano comunque margini di libertà: dalle tecnologie alla piccola manutenzione, fino alle spese generali. Abbiamo avuto grandi libertà di scelta, tanto che ogni scuola ha un suo capitolato, sulla base anche della ricognizione fatta delle dotazioni già presenti”, conclude la preside.