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Polonia, stop ai compiti nella scuola primaria

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L’insediamento del nuovo esecutivo guidato da Donald Tusk – a capo di una coalizione ampia di centro-sinistra – pare presentare molte novità per il fronte della politica interna polacca. Maggiori investimenti ed avvicinamento all’Europa da un lato, discrepanze ed assolute caratteristiche proprie dall’altra. Numerosi aggiornamenti sono messi in campo – da aprile 2024 – sul fronte scolastico. In primis si prevede un aumento della retribuzione docente – secondo Eurostat tra le più basse d’Europa – di oltre il 30 % a partire da primavera inoltrata per far fronte all’inflazione che, a livello europeo, sta di fatto polverizzando il potere d’acquisto dei ceti medi e bassi. Altro elemento introdotto, nella fattispecie sul piano didattico, è relativo ai compiti a casa, per i quali si prevede il ridimensionamento per la scuola media e lo stop alle elementari. Ciò, a detta del Ministero, occorrerebbe a favorire una maggiore integrazione con attività extracurriculari con il fine di allungare le giornate trascorse in classe. Secondo le opposizioni, rappresentate dal PiS, si intenderebbe liquidare l’apprendimento tradizionale e teorico, mettendo così in pericolo la memoria nazionale (in riferimento alle varie rielaborazioni dei testi scolastici in corso).

Le posizioni degli studenti

Gli studenti, intervistati da Euronews, si sono pronunciati nelle opinioni più disparate. Sono felice perché questi compiti non mi sono piaciuti molto”, ha detto Ola, una studentessa di Varsavia di 11 anni, “Non avevano molto senso perché la maggior parte delle persone nella mia classe li copiavano la mattina da qualcuno che aveva fatto i compiti. Ma non tutti ne sono convinti. Sławomir Broniarz, capo del sindacato polacco degli insegnanti, afferma che, pur riconoscendo la necessità di alleggerire gli oneri a carico degli studenti, le nuove regole sono state imposte senza un’adeguata consultazione con gli insegnanti. “In generale, gli insegnanti pensano che ciò sia avvenuto troppo in fretta, troppo in fretta”, ha detto. Broniarz sostiene che la rimozione dei compiti a casa potrebbe ampliare il divario educativo tra i bambini che hanno un forte sostegno a casa e quelli provenienti da famiglie con meno sostegno e minori aspettative. Il sistema educativo polacco è stato sottoposto a una serie di revisioni controverse e quasi ogni nuovo governo ha apportato modifiche. Ciò ha spesso lasciato genitori e insegnanti confusi e scoraggiati.

Un sistema scolastico compromesso dopo la pandemia

Le scuole in Polonia hanno sicuramente bisogno di aiuto. Dopo i blocchi dell’era della pandemia, la sfida successiva è stata quella di accogliere nel 2022 il più grande contingente di studenti ucraini dell’UE in fuga dalla guerra su vasta scala che interessa il paese. Lo stop ai compiti fa ancora discutere. L’ex ministro dell’Istruzione del PiS Przemysław Czarnek è prevedibilmente critico nei confronti della misura. Repetitio est mater studiorum (la ripetizione è la madre dell’apprendimento) resta, dice, “il principio riconosciuto e naturale della pedagogia classica”. Il divieto dei compiti a casa ignora questo aspetto, dice. Tomasz Gajderowicz dell’Istituto polacco di ricerca educativa, supervisionato dal ministero dell’Istruzione, sottolinea che “il regolamento non è un divieto ma semplicemente una limitazione e un cambiamento” per rendere i compiti “più efficaci”. I bambini polacchi frequentano otto anni di scuola primaria, a partire dai sette anni, e gli insegnanti potranno ancora assegnare i compiti negli ultimi quattro anni di scuola, ma la scelta è loro e non verrà valutata.