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Precariato, ambiente e sviluppo sostenibile: i temi cari alla sottosegretaria Barbara Floridia [INTERVISTA]

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Barbara Floridia, senatrice del M5S, è la nuova sottosegretaria all’Istruzione.
A lei abbiamo posto qualche domanda per capire come intende operare.

Con Patrizio Bianchi inizia all’Istruzione un nuovo corso. Secondo lei, cosa bisognerebbe mantenere delle scelte politiche della ministra Azzolina?

La scelta politica per eccellenza che condivido e che perseguirò è l’aver posto la Scuola al centro del dibattito pubblico ribadendo la necessità di tenere le scuole aperte. Ovviamente continuando ad applicare con la stessa solerzia tutti i protocolli di sicurezza. Le chiusure devono essere ridotte al minimo e avvenire solo in casi estremi e in circoscritte situazioni di maggior rischio, tenendo conto dell’incidenza sempre più determinante delle varianti ma senza provvedimenti generalizzati ed indiscriminati che vanno a discapito dell’intera comunità scolastica di determinati territori, come avvenuto in Campania.

Di recente Lucia Azzolina ha parlato anche di chiusura delle scuole come di una scorciatoia. Cosa ne pensa?

Concordo pienamente. Se c’è un reale rischio sanitario si deve chiudere tutto, non certo solo le scuole. Mi lasci aggiungere che ho ammirato l’attenzione che la ministra ha rivolto alle studentesse e agli studenti rimettendoli al centro di un ministero che troppo spesso si è concentrato solo sull’aspetto occupazionale, che è importantissimo ma non è l’unico. È da lì che voglio riprendere il suo lavoro, concentrandomi sulla difesa dei diritti dei nostri giovani. Ricordo anche a me stessa che la ministra Azzolina ha portato, dopo decenni di tagli, ben 10 miliardi per le comunità scolastiche di tutta Italia.

Il tema del precariato è diventato esplosivo, abbiamo ormai superato quota 200mila. Cosa fare concretamente (ma subito) per far sì che a settembre la situazione migliori almeno un po’?

Il precariato è un problema storico che abbiamo ereditato da un sistema sbagliato di reclutamento degli anni passati e che ha, spesso, accavallato più forme di immissione in ruolo creando diseguaglianze e ingiustizie fra i docenti. Difficilmente supereremo questo problema applicando proposte del passato che sono le stesse che hanno contribuito a crearlo. Ciò che si deve fare subito (e si sta facendo) è completare le procedure concorsuali per assumere più insegnanti.

Nel concreto cosa vuol dire?

Si è da poco concluso il concorso straordinario per 32mila docenti precari e presto si darà il via anche alle prove per il concorso ordinario: altri 45.000 posti circa tra scuola dell’infanzia e primaria e scuola secondaria. Il nostro sistema d’istruzione vedrà iniettate nuove professionalità, selezionate sulla base del merito, per un totale di 78.000 contratti a tempo indeterminato. Mi sembra un ottimo punto di partenza e sono certa non ci fermeremo qui. Le soluzioni che vengono sbandierate da qualcuno devono avere le coperture e prevedere una selezione meritocratica. È inutile fare slogan di assunzioni facili solo per illudere una classe di lavoratori che merita rispetto e serietà d’approccio.

La lotta alle “classi pollaio” è stata fin da subito una bandiera del M5S. A conti fatti non si è fatto molto, pensa che si possa fare qualcosa già nei prossimi mesi?

È una battaglia del Movimento 5 Stelle da sempre e si sta lavorando per questo già da tempo. Sono felice di sentire che anche la destra adesso sia d’accordo, visto che fu proprio sotto il loro governo che, in barba alle leggi sulla sicurezza, si potevano avere classi anche con 33 alunni.
L’avere trovato risorse per assumere 78.000 docenti può aiutare anche in questa direzione. La sfida adesso è non smettere di pretendere risorse per la scuola pubblica italiana. Il resto sono chiacchiere. Per avere classi con meno alunni e più assunzioni di docenti e del personale Ata servono più risorse ed è quello per cui mi impegnerò.

In questi due anni lei si è occupata soprattutto dei problemi legati all’ambiente. A suo parere il mondo della scuola, nel suo complesso, è abbastanza attento ai problemi dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile?

Con l’introduzione dell’educazione civica, ambientale e digitale nelle scuole abbiamo fatto un notevole passo avanti. Mi sono occupata di ambiente perché ritengo che sia il principio per una nuova ripartenza anche per il futuro delle nuove generazioni.
Bisogna parlare loro di ecosistemi, di mare, del pianeta come risorsa e delle nuove opportunità lavorative che questa visione porta con sè. La maggior parte dei lavori del futuro riguarderà l’ambiente.

Ci indica un tema di cui le piacerebbe occuparsi nel suo mandato di sottosegretario?

Impossibile indicare un solo tema. La scuola è un ecosistema e come tale va affrontato. Pur consapevole che non si può fare tutto, certamente posso indicarle un ventaglio di aspetti che riguardano il macro tema che mi sta più a cuore: il benessere e la crescita culturale degli studenti.
In questo senso la connettività è fondamentale, il diritto alla connessione è irrinunciabile oramai per le studentesse e gli studenti di tutta Italia. Bisognerà rinforzare lo studio delle discipline STEM sin dalle elementari, implementare gli ITS. Ma importantissimo sarà, soprattutto, fare in modo che si investa, oltre che in innovazione, anche sul patrimonio umanistico riconosciuto a livello internazionale al nostro Paese.

Mi assicurerò inoltre che sia dato il giusto spazio all’educazione alla legalità, al digitale e all’ambiente perché sono aspetti fondamentali per abitare una nuova Italia.
Metterò al centro della mia politica l’attenzione e il recupero degli studenti più fragili, i meno abbienti, quelli che vivono nelle periferie.