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Preside convoca collegio docenti nel bosco: “Creare buone relazioni tra colleghi, prendersi cura l’uno dell’altro” – INTERVISTA

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Il Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo Statale Lozzo Atestino dei Comuni di Lozzo Atestino, Cinto Euganeo e Vo’ Euganeo, in provincia di Padova, ha convocato il prossimo collegio dei docenti per l’inizio dell’anno scolastico 2022-23 nel bosco della zona dei Colli Euganei, nel padovano. Con una Circolare già resa nota a giugno ha fatto sapere al personale docente che “Il Collegio unitario dei docenti è convocato il giorno 1 settembre 2022 dalle ore 9.15 alle ore 12.30 in presenza, presso podere Villa Alessi, sui colli euganei”.

Il Dirigente Alfonso D’Ambrosio, non nuovo ad iniziative innovative e stimolanti, oltre che sfidanti, da anni lavora sulla trasformazione della scuola in un luogo che possa curare maggiormente le relazioni, piuttosto che la burocrazia, una scuola che ritrovi il senso più profondo della sua mission. “Il collegio nel bosco”, ha spiegato il professor D’Ambrosio, “sarà un’occasione per promuovere il benessere, sarà un cammino reale, metafora di quello che da anni stiamo facendo tutti insieme e che faremo durante il nuovo anno scolastico”.

L’intervista

Come è nata professor D’Ambrosio l’idea del Collegio Docenti fuori dalle mura, nel bosco?

Intanto, confermo quanto sono già in molti a sapere, che l’idea non è del tutto originale. L’istituto dove sono dirigente fa parte del Movimento Senza Zaino, che da tempo promuove il valore fondamentale e universale dell’ospitalità, che porta ad uscire dalle tradizionali mura scolastiche. Il Collegio fuori dalla scuola era già stato fatto a Napoli, in una scuola dei Quartieri Spagnoli, per esempio, almeno dieci anni fa. Mi sono confrontato a lungo anche con la ex Direttrice Didattica Daniela Pampaloni, anche lei impegnata nelle tante iniziative della Scuola Senza Zaino – SZ, per costruire le condizioni per creare all’interno dell’organizzazione scolastica un modo per incontrarsi alternativo a quello tradizionale, che spesso pregiudica le relazioni. Da queste idee e riflessioni è nata l’idea di un collegio diverso, dove potersi parlare, camminando, ascoltando musica (i docenti hanno messo spontaneamente a disposizione la loro professionalità musicale), confrontandosi, per ritrovarsi. Per ascoltarsi e per cominciare un viaggio che promuova la cura di sé e degli altri.

Professor D’Ambrosio, come si spiega l’immediata popolarità che ha riscosso l’iniziativa, una volta approdata sui social?

Da un lato mi ha sorpreso, dall’altro in fondo sono consapevole, dopo essermi confrontato negli ultimi tre anni, da quando cioè sono il Dirigente del comprensivo, sullo stato di benessere del personale, quanto bisogno ci fosse di iniziative innovative, come ritengo sia la mia proposta. L’idea, che è già nota da giugno, ha trovato subito ampi consensi tra i docenti dell’istituto, e ha tratto linfa dalle altre iniziative che abbiamo in corso. Cito di nuovo la partecipazione a quelle del movimento SZ, ma mi riferisco anche ai Patti Educativi che abbiamo messo in pista con altre istituzioni territoriali.

Al centro ci sono valori e la risposta a bisogni importanti di chi come noi lavora nella scuola. Sono stati proprio i docenti dell’istituto a portarmi alla proposta, i primi cioè che mi hanno fatto capire quanto siano importante la cura, le buone relazioni, stare bene insieme, imparare ad ascoltarsi. Oggi ho incontrato i nuovi docenti del comprensivo e quello che è emerso è proprio il loro timore di non essere in grado di creare buone relazioni tra docenti, che possano poi avere effetti benefici su apprendenti e l’intera istituzione. Ecco perché prima della camminata ci siederemo in cerchio e ci confronteremo per capire cosa di cui ciascuno di noi ha maggiormente bisogno. Il bosco sarà quel luogo per sconfinare e per ritrovarsi.

Cosa ne pensa di quanti hanno invece criticato o non riconosciuto il valore della sua iniziativa?

Ritengo che non sia facile scoprire quali siano le modalità migliori per stare insieme e prendersi cura l’uno dell’altro che, come sottolineo, è una delle priorità indicate in un’informale analisi dei bisogni dei docenti. Inoltre, l’iniziativa non è isolata, ma si colloca in un prima e un dopo, che vogliono essere le basi e la continuità dello stare insieme e portare al centro le buone relazioni. Penso pertanto che valuteremo tutti insieme se questo collegio nel bosco sia una tappa del cammino, come proseguire e come eventualmente diffonderlo come una pratica efficace. Chi non la riconosce come tale, cioè coloro che hanno espresso dissensi, non hanno sicuramente svolto il cammino che nel comprensivo di Lozzo Atestino, Cinto Euganeo e Vo’ Euganeo è in corso da tempo.