Home Attualità Psicologi: la scuola deve tornare in presenza

Psicologi: la scuola deve tornare in presenza

CONDIVIDI

La presidenza dell’Ordine degli Psicologi della Toscana non ha dubbi a ritenere indispensabile il ritorno in presenza di tutti gli alunni in tutte le scuole: “La scuola deve ripartire del tutto in presenza. La didattica a distanza è stata una misura necessaria in una situazione di emergenza, ma ora è fondamentale che le nostre ragazze e i nostri ragazzi tornino a frequentare sempre le classi”. “I giovani -continua – dopo due anni di distanziamenti sociali e di una pandemia che ha innescato profondi disagi psicologici, devono poter vivere la scuola in tutti i suoi aspetti. Non possiamo chiedere a loro ulteriori sacrifici, e neppure alle famiglie e agli insegnanti. La settimana corta, una delle proposte su cui si ragiona in questo periodo per il risparmio energetico, non può essere una soluzione, perché andrebbe ancora una volta a gravare sugli studenti. E questo è inconcepibile: dobbiamo tutelarli e aiutarli a ritrovare i giusti equilibri tra studio e socialità per un percorso di crescita sano che consenta di strutturare la propria identità”. 


“Lo sviluppo di ogni giovane è determinato anche dal contesto di relazioni in cui vive, dall’intreccio di emozioni e cognizioni. Ci sono storie di adolescenti che hanno vissuto forme d’ansia tali, dopo mesi di lezioni da casa e pandemia, da non riuscire a ritornare subito in classe. Bisogna più che mai investire sul benessere psicologico dei ragazzi, la pandemia ha mostrato chiaramente le conseguenze della didattica a distanza. Abbiamo registrato nei giovani modifiche del comportamento alimentare, fobie sociali, depressione. Dagli ultimi dati rilevati da un’indagine dell’Ordine degli Psicologi della Toscana lo scorso maggio è emerso che tra gli adolescenti le richieste di prestazioni psicologiche sono aumentate dell’81% tra i professionisti del settore: la fascia di età che ha subito maggiormente l’influsso negativo della pandemia. Non possiamo permettere che la paura diventi uno stato emotivo fisiologico permanente. Quando si supera una certa soglia, diventa problematica e altera i normali processi di crescita”.