La Tribuna di Treviso pubblica l’audio registrato in classe da un alunno mentre l’insegnate riprende una ragazza che non vuole essere interrogata nonostante la verifica sia stata programmata. Dopo la replica, non esattamente educata della studentessa, l’insegnante si lascia prendere da uno sfogo che oggettivamente degenera al di là dello stretto ruolo della prof.
Il problema è però, secondo noi, un altro: il pericolosissimo uso che si può fare dei mezzi tecnologici da parte di minorenni per spiare i docenti in classe nel corso del loro lavoro di educatori e di portatori di conoscenze. Ma anche, oltre che in casi come questo, per metterli alla berlina in caso di possibili smarrimenti e di errori, di umiliarli, pubblicando i video, togliendo loro quelle sicurezze necessarie per far un buon lavoro a scuola.
C’è il rischio insomma che una sorta di telecamera nascosta, manovrata da ragazzini inconsapevoli e incoscienti, possa essere sempre puntata sul lavoro dei prof; il fantasma di un occhio tecnologico “disonesto” acquattato nell’ombra che ne spii i movimenti e gli errori, e pure l’animo più intimo con le sue inevitabili inquietudini.
Non saprei dire se gli studenti di oggi (o molti di loro) siano ansiosi e…
Mancano pochi giorni per inoltrare le istanze per l’adesione al Piano Estate, riferito all’anno scolastico…
ChatGpt è un tipo di sistema di intelligenza artificiale progettato per comprendere e generare linguaggio…
La prevenzione del bullismo e del cyberbullismo a scuola è essenziale per garantire un ambiente…
Sarebbero accusati di truffa e falso per avere autocertificato il possesso di titoli che invece…
Nel nuovo contratto scuola, firmato lo scorso 18 gennaio, al comma 10 dell'articolo 59 c'è…