Home I lettori ci scrivono Quello che Bianchi e Mattarella non hanno visto in Calabria

Quello che Bianchi e Mattarella non hanno visto in Calabria

CONDIVIDI

Ringrazio veramente di cuore il Presidente Mattarella per essere venuto in Calabria ad inaugurare il nuovo anno scolastico, per aver posto la sua autorevole attenzione su una Regione martoriata.

Ci dispiace che si debba sottoporre a questa parata istituzionale che fa vedere che tutto va bene, che tutto brilla, che tutto funziona, quando sappiamo che non è così.

Il 20 settembre è stata una grande kermesse ben orchestrata e diretta a dimostrazione che quando si vuole le cose possono funzionare.

Ancor meno si ringrazia la presenza del Ministro Bianchi presso l’USR della Calabria di Catanzaro soprattutto per la mancanza di rispetto, secondo me, usata nel non invitare o comunque dialogare con le parti sociali rappresentative dei lavoratori.

Ritengo sia un grave smacco alla democrazia. Assistiamo ad atteggiamenti da Minculpop di triste memoria dove si faceva vedere nella propaganda, che tutto andava bene, tutto era in ordine.

Ed invece, caro Ministro, se lei oggi avesse avuto la compiacenza di ascoltare i sindacati regionali di categoria avrebbe potuto sentire la voce di chi tutti i giorni vive la scuola, la soffre, la aiuta a gestire, i problemi reali che ci sono sul campo, non quello burocratico centralizzato gestito da Roma, ma quello dei funzionari dell’USR e degli ATP, dei Dirigenti Scolastici, dei Docenti del personale ATA, che quest’estate si sono estenuati nell’applicazione di norme estemporanee, sbagliate concepite da dirigenti che non hanno mai messo piede in una scuola.

Questa affermazione non è mia, ma di Daniela Girgenti, direttrice della Tecnica della Scuola, che nell’ultimo editoriale edito in data 25 luglio 2014, ultimo numero cartaceo di questa prestigiosa rivista, e non possiamo che essere d’accordo, scrive testualmente: “Nel corso della mia lunga carriera ho conosciuto decine di impiegati, dirigenti, direttori generali e capi dipartimento ed ho avuto modo di accedere più volte anche alla parte ‘sacra’ dell’edificio di viale Trastevere per intervistare Ministri e Sottosegretari. Ho assistito alla ‘disgregazione’ della burocrazia: i vecchi direttori generali che conoscevano in modo approfondito la normativa scolastica, a causa dello spoil system hanno spesso dovuto lasciare il posto a dirigenti totalmente digiuni dell’ordinamento scolastico. Di conseguenza i Ministri hanno avuto consiglieri e dirigenti sempre meno capaci, che non erano mai entrati in una scuola e che non conoscevano i reali problemi del corpo insegnante, non docente e dirigente. Lo dimostrano le norme che sono state emanate nell’ultimo decennio che, impugnate, costantemente, davanti ai giudici amministrativi, sono state spesso modificate in tutto o in parte, se non addirittura cancellate. L’ignoranza delle disposizioni che devono regolare il sistema scolastico e l’emanazione di norme prive di attuazione pratica sono state, secondo il mio parere, le principali cause di una scuola ormai al di fuori di ogni interesse politico, con operatori scolastici lasciati allo sbando e privati di qualsiasi prestigio professionale”.
Ecco questa è la scuola italiana. Se il Ministro ci avesse ascoltato, avrebbe appreso che non è vero che tutti i docenti sono in classe, ma che ci sono molti errori nelle nomine generate da un algoritmo sbagliato, scellerato che pregiudica i diritti degli insegnanti non assegnando la cattedra a chi si trova in posizione utile e viceversa la assegna a chi si trova nelle ultime posizione (non si capisce con quale logica perché come al solito non è stato reso noto); per riparare ai danni creati, gli uffici stanno lavorando manualmente.

A tutt’oggi in provincia di Catanzaro ci sono scuole che non hanno il DSGA cioè il Direttore dei Servizi Amministrativi (ex Segretario) come se questa fosse una figura di complemento d’arredo in una scuola e non il capo del personale ATA (francamente ci siamo sempre chiesti il senso di due figure dirigenziali nella scuola, una sottoposta al contratto della dirigenza area V creata appositamente per loro, e l’altra di secondo piano anche stipendiale lasciata nel comparto scuola insieme al personale ATA ma con uno stipendio superiore a quello dei docenti).
Edilizia scolastica fatiscente, aule piccole, affollate e prive di adeguata ventilazione, classi numerose cosiddette classi pollaio, trasporti che non funzionano, personale insufficiente tutte problematiche che il Ministro dovrebbe conoscere. Chissà se i funzionari locali consapevoli della realtà delle scuole hanno il coraggio di comunicargliele, o per quieto vivere tacciono.
Dopo quasi un anno e per le note vicende con risvolti giudiziari, la Calabria è priva del Dirigente dell’USR, viene spontaneo da chiedersi se è una figura importante o se il suo stipendio possa essere tranquillamente distribuito a 6 docenti (questa la differenza) garantendo il personale adeguato dove carente.
Non tutti gli interventi da mettere in campo hanno costi aggiuntivi, per alcuni basterebbe anticipare i tempi per altri evitare i contenziosi consolidando le graduatorie. Comunque ogni anno assistiamo a situazioni che anziché migliorare, creano maggiori problemi e confusioni.

La scuola ha bisogno di programmazione almeno a breve-medio periodo, non a interventi che vengono decisi dai funzionari ministeriali a luglio per essere applicati nei luoghi decentrati ad agosto senza aver testato il risultato creando così confusione e prestando il fianco ai ricorsi sempre più frequenti con soccombenza del ministero.
E poi non ultimo il tema stipendiale, il CCNL è scaduto dal 2018. Si doveva procedere al rinnovo ma non ci sono i soldi per una categoria definita essenziale, i docenti, che negli ultimi anni hanno perso il 30% del potere di acquisto del loro stipendio, ridotto ormai a livelli di sussistenza.
Povera Italia.


Antonino Tindiglia

Coordinatore Gilda Calabria