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Raid in una scuola, studenti fanno entrare amici nell’edificio: insulti ai docenti e caos. Il preside: “Chiudo a chiave il mio ufficio”

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Una vicenda alquanto preoccupante. In una scuola del trevigiano, la stessa in cui lavora la docente che è stata borseggiata e aiutata da uno studente, c’è stato un vero e proprio raid, come riporta Il Gazzettino. Tutto è accaduto quando degli studenti hanno lasciato entrare nell’edificio alcuni amici.

Ecco il racconto del dirigente scolastico: “Un paio di ragazzi della scuola dall’interno ha aperto una porta di servizio ad altri due coetanei entrati dall’esterno. Questi hanno fatto irruzione in tutte le classi della zona ovest urlando contro i docenti, offendendoli e prendendoli in giro. Poi se ne sono andati”.

Lo sfogo del dirigente

“Da allora chiudo a chiave anche la presidenza – aggiunge il dirigente -. Ho cercato di esaminare con attenzione le telecamerine che ho fatto mettere per tener d’occhio la situazione. Uno di tali ragazzi ha delle scarpe verde fluo che ho notato anche all’altra scuola della città da me diretta”.

La sensazione, nella sostanza, è che gruppetti di alunni delle due scuole si siano uniti ed accordati nel gesto, tipico dei bulli. Un problema verso il quale la scuola si sta muovendo. “Stiamo facendo interventi in classe con due psicologi esperti per far emergere la consapevolezza in chi subisce, in maniera che possa denunciare, e le fragilità in chi compie gli atti”.

Il borseggiamento alla professoressa

Qualche giorno fa un giovane, uno studente di secondo anno dell’istituto, testimone oculare di un borseggiamento avvenuto ai danni di una sua professoressa che si trovava su una delle vie principali del comune trevigiano, è salito subito in bici e insieme a tre suoi amici ha inseguito il ladro, riuscendo a recuperare il portafoglio con i documenti della docente borseggiata. Il ladro, nel frattempo, è riuscito a fuggire con i soldi e il telefonino della donna.

La notizia è stata riportata da la Repubblica, insieme alle dichiarazioni del presidente della Regione Veneto Luca Zaia: “Si fa torto ai giovani – ha commentato – continuare a dire che sono il futuro della nostra società, perché così si nega loro di essere già i protagonisti del presente. Quei ragazzi hanno dimostrato un grande senso di responsabilità e una coscienza civica che, per trovare conferme, non hanno bisogno di aspettare ancora un domani. Mi compiaccio per il gesto di altruismo e l’esempio che hanno saputo dare anche a tanti adulti. A tutti dico: bravi”.

Il 16enne e i suoi amici hanno, infine, accompagnato l’insegnante alla caserma dei carabinieri per fornire ulteriori dettagli in merito alla denuncia.