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Ramadan, dopo il caso Pioltello gli studenti del Politecnico di Milano chiedono di sospendere le lezioni il 10 aprile

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Ancora polemiche attorno al caso della scuola di Pioltello chiusa il 10 aprile, giorno della festa di fine Ramadan. Mentre la data si avvicina gli universitari musulmani del Politecnico di Milano hanno chiesto di sospendere le lezioni per la stessa data sulla scorta di quanto deciso già quest’anno dall’università per stranieri di Siena. Lo riporta Ansa.

“Atto di rispetto e inclusione”

La richiesta è stata già respinta dalla Lega. “L’appello dei musulmani del Politecnico, per quanto ci riguarda, è irricevibile”, afferma Silvia Sardone, eurodeputata del Carroccio. “Sospendere le lezioni per le festività musulmane per noi rappresenta un atto di rispetto e inclusione che riconosce e valorizza la diversità culturale e religiosa”, spiega il direttivo dell’Associazione studenti musulmani del Politecnico di Milano (ASM Polimi).

“Avere un giorno di vacanza ci permette di celebrare le nostre festività in modo adeguato, perché in ogni caso non andiamo a lezione e le classi rimangono vuote dato che ormai la componente musulmana è veramente grande anche negli atenei – proseguono i responsabili dell’associazione – promuovere la sospensione delle lezioni in queste occasioni non solo favorisce la coesione sociale, ma anche il rispetto reciproco e la comprensione interculturale, pilastri fondamentali di una società democratica e pluralista”.

Questi universitari sottolineano di essere “una realtà integrata nel contesto sociale e accademico. Se riusciamo a fare questa richiesta all’Ateneo è anche perché incoraggiati dalla presenza di una comunità musulmana all’interno del Politecnico che ha il diritto di essere ascoltata e dall’ambiente inclusivo, aperto e cosmopolita della nostra università”.

Fabio Fazio sul caso Pioltello

A riflettere sul tema dell’integrazione degli alunni stranieri è stato qualche giorno fa il conduttore Fabio Fazio.

Quest’ultimo ha fatto alcune dichiarazioni su Oggi. Ecco le sue parole: “Siamo in una società multietnica e l’inclusione è la sola forma di garanzia per l’intera società che possiamo e dobbiamo perseguire. Inclusione significa rispettare anche e soprattutto le sensibilità altrui, a cominciare dalla fede religiosa. Pare invece che istituire un giorno di chiusura non previsto dal calendario scolastico (che in verità verrà recuperato) sia non contemplato dalle regole. In realtà è una grande lezione quella che l’istituto di Pioltello impartisce a tutti i suoi alunni e a tutti noi: una lezione che insegna in modo concreto il rispetto per gli altri e la conoscenza degli altri. Il che naturalmente prevede reciprocità e quindi un vantaggio per tutti”.

Ed ecco un aneddoto: “Quando andavo alle elementari, ricordo che era festivo l’11 febbraio, data in cui si festeggiavano i Patti lateranensi del 1929 fra Stato e Chiesa, ricorrenza decisamente meno partecipata del Ramadan: questo per dire che le cose e anche le festività cambiano. Sarebbe bello che cambiassero anche i pregiudizi e che si prendesse atto della realtà”.

Anche il Capo dello Stato ha detto la sua sulle polemiche per la decisione presa dal Consiglio d’Istituto della scuola. Al presidente della Repubblica Sergio Mattarella si era rivolto la vicepreside Maria Rendani, vicepreside della scuola del milanese, nominata due anni fa proprio da Mattarella cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica. “Chiedo a Mattarella di intervenire, di venire a Pioltello a sostenerci – ha detto ai microfoni del TgR Lombardia – perché ci sentiamo soli. Lui è l’unico che può scrivere la parola fine in questa triste storia. Come posso ritrovare la forza e il coraggio di insegnare ai miei alunni che lo Stato italiano difende i cittadini?”. Quella di fermare le lezioni, aveva ribadito la prof, “è una scelta didattica. Non ha nulla di ideologico, nulla di religioso. Non abbiamo voluto inserire alcuna festività, non vogliamo togliere l’identità a nessuno e non vogliamo sopprimere nessuna cultura”.

Dopo alcuni giorni è arrivata la risposta del Capo dello Stato: “Ho ricevuto e letto con attenzione la sua lettera e, nel ringraziarla – ha spiega Mattarella – desidero dirle che l’ho molto apprezzata, così come – al di là del singolo episodio, in realtà di modesto rilievo – apprezzo il lavoro che il corpo docente e gli organi di istituto svolgono nell’adempimento di un compito prezioso e particolarmente impegnativo“.