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Regionalizzazione, Di Maio dice sì ma ad una condizione: va fatta assieme ad un grande piano per il Sud

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Il piano leghista della regionalizzazione può passare solo se assieme si realizza “un grande piano per il Sud”: a dirlo è stato il vicepremir Luigi Di Maio attraverso Facebook.

Un problema politico

“Sento tanto parlare di Autonomia, e va bene, l’hanno chiesta i cittadini di Veneto, Lombardia, la Regione Emilia-Romagna ed è nel contratto di governo. Quello che tutti dobbiamo ricordare, però, è che all’Italia tutto serve tranne un ulteriore divario tra Nord e Sud. Il punto qui è politico e lo evidenzio senza mezzi termini. A questo Paese serve un grande piano per il Sud. E l’unico modo coerente e corretto per affrontare l’Autonomia è elaborare soluzioni per il Sud”.

Poche scuole

Di Maio ha aggiunto che “al Sud servono infrastrutture, un piano che punti a creare posti di lavoro, che spinga la crescita e lo sviluppo e che si concentri nella stagione estiva anche e soprattutto sul turismo, su cui per quanto mi riguarda bisogna intensificare gli sforzi e fare qualcosa in più”.

“Non è possibile – ha continuato – che a ridosso del 2020 ci siano Comuni dove si fatica a trovare un pronto soccorso o il personale sanitario. Dove per fare 10 km impieghi due ore. Dove se vuoi mandare tuo figlio a scuola devi cambiare città“.

Più soldi al Sud

Il leader grillino cita anche la ministra per il Sud Barbara Lezzi, perchè ha “innalzato la quota ordinaria di investimenti al Sud al 34% (abbassata dai governi precedenti al 28%) e destinato 21 milioni alla realizzazione di nuovi asili nelle città metropolitane del Sud. Nel decreto crescita, che stiamo per approvare, abbiamo istituito un fondo da 300 milioni per le Zes, Zone economiche speciali al Sud, con il quale vogliamo attrarre ulteriori capitali privati”.

Le due velocità…

“E poi ci sono – ha continuato Di Maio – i CIS, i contratti istituzionali di sviluppo, per realizzare interventi edilizi e infrastrutturali in Molise, Basilicata, Sardegna, nel foggiano e nei centri storici di Cosenza, Palermo, Taranto e Napoli. Ma, appunto, ora occorre elaborare un grande piano, di pari passo con l’Autonomia”.

“Se le velocità sono sempre state due e diverse, occorre fare il possibile affinché l’Italia torni a correre con lo stesso ritmo e costanza. La storia ce l’ha insegnato: ogni divisione indebolisce. Un’unione di intenti dà forza”, ha concluso Di Maio.