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Registro elettronico: per il 51% degli alunni non va aggiornato in tempo reale per poter spiegare di persona i brutti voti ai genitori

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Si parla moltissimo in questi giorni di valutazione degli alunni della scuola primaria. Rimane invariato, almeno per il momento, l’attuale sistema in uso, invece, nella scuola secondaria di secondo grado. Ma gli studenti, i diretti interessati, che ne pensano?

Valutazione secondaria, l’opinione degli studenti

Molti vorrebbero cambiare le cose. A rivelarlo un sondaggio proposto da Skuola.net, effettuato su un campione di 2.500 alunni delle scuole superiori. Dall’indagine è emerso che ben 8 intervistati su 10 vorrebbero rivedere l’approccio attuale.

Più nello specifico, il 34% farebbe procedere di pari passo voto e giudizio argomentato per ridurre il peso del primo e per dare maggiori elementi in mano allo studente, per insistere su quella strada oppure per correggere il tiro. Ma ancora più numerosi, il 46%, sono quelli che preferirebbero relegare addirittura il voto a un ruolo secondario. Cioè come un elemento formale da far comparire nella pagella di fine anno, lasciando come metro di valutazione per il
resto dei mesi il solo giudizio discorsivo.

E che rapporto hanno gli studenti con il registro elettronico, strumento tanto odiato dallo psichiatra Paolo Crepet? Anche su questo versante sono emersi spunti interessanti. Per il 34% andrebbe eliminato del tutto. I più, invece, si accontenterebbero di non vedere caricate online le informazioni in tempo reale ma di avere qualche giorno di tempo a disposizione prima che i brutti voti o i provvedimenti disciplinari siano a portata di genitore, per avere così modo di spiegare personalmente l’accaduto: sarebbe un’ottima soluzione per il 51% degli intervistati. Solo il 15%, invece, manterrebbe le cose così come sono adesso.

Stop al registro elettronico in una scuola di Firenze

Stop al registro elettronico: questa la decisione di una scuola di Firenze, un istituto comprensivo, deliberata dal consiglio d’Istituto qualche giorno fa, come riportato da Il Fatto Quotidiano. Si tratterebbe di una sperimentazione per “limitare la dipendenza degli alunni dal cellulare”.

Dal 19 febbraio al 4 marzo gli esercizi da fare il pomeriggio e le pagine da studiare saranno soltanto dettati in classe e riportati su un registro cartaceo sulla cattedra. Ecco le parole del dirigente scolastico nella circolare che annuncia la novità:

“La motivazione di tale ‘esperimento’ è l’evidenza riscontrata che l’impegno educativo di docenti e genitori di limitare la dipendenza degli alunni dal cellulare sia in contrasto con il fatto che sia proprio la Scuola a imporne, concretamente, l’uso, costringendo gli alunni alla consultazione frequente del cellulare stesso per sapere quali siano i compiti per casa. Oppure a dipendere dai genitori per l’espletamento di un compito che è solo scolastico. Vero che gli alunni potrebbero benissimo prestare più attenzione ai docenti quando dettano o scrivono alla lavagna i compiti; ma ci rendiamo conto che, poiché gli alunni hanno l’alternativa comoda di aspettarli sul Registro Elettronico, sovente il diario vien lasciato in bianco”.

“Pertanto, come tentativo educativo per aiutare i ragazzi ad acquisire l’autonomia nella gestione dei propri compiti e per non avere un motivo in più, anche se facoltativo, di stare al cellulare, nei prossimi giorni si procederà, come era prima dell’avvento del registro elettronico, a mettere sulle cattedre delle 18 classi un registro cartaceo dove i docenti annoteranno a penna i compiti per i giorni della settimana, mentre li dettano alla classe”.

“I docenti non dovranno più trascrivere i compiti assegnati sul Registro Elettronico, che continuerà ad avere tutte le altre funzionalità: gestione assenze, giustificazioni, comunicazione dei voti, rapporti scuola-famiglia, note disciplinari, prenotazione dei colloqui, eccetera. Al termine di questo mese ‘sperimentale’, durante il quale siete tutti invitati, docenti e genitori, a fornire le vostre valutazioni e osservazioni, il Consiglio d’Istituto trarrà nuove deliberazioni per continuare o meno questa strada intrapresa”.